L’amore di Dio è un fatto! – Mercoledì della II settimana di Pasqua

L’amore di Dio è un fatto! – Mercoledì della II settimana di Pasqua

18 Aprile 2023 0 Di Pasquale Giordano

Mercoledì della II settimana di Pasqua

At 5,17-26   Sal 33 


O Padre, che nella Pasqua del tuo Figlio

hai ristabilito l’uomo nella dignità perduta

e gli hai dato la speranza della risurrezione,

fa’ che accogliamo nell’amore

il mistero celebrato ogni anno nella fede.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,

e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,

per tutti i secoli dei secoli.


Dagli Atti degli Apostoli (At 5, 17-26)

In quei giorni, si levò il sommo sacerdote con tutti quelli della sua parte, cioè la setta dei sadducèi, pieni di gelosia, e, presi gli apostoli, li gettarono nella prigione pubblica.

Ma, durante la notte, un angelo del Signore aprì le porte del carcere, li condusse fuori e disse: «Andate e proclamate al popolo, nel tempio, tutte queste parole di vita». Udito questo, entrarono nel tempio sul far del giorno e si misero a insegnare.

Quando arrivò il sommo sacerdote con quelli della sua parte, convocarono il sinedrio, cioè tutto il senato dei figli d’Israele; mandarono quindi a prelevare gli apostoli nella prigione. Ma gli inservienti, giunti sul posto, non li trovarono nel carcere e tornarono a riferire: «Abbiamo trovato la prigione scrupolosamente sbarrata e le guardie che stavano davanti alle porte, ma, quando abbiamo aperto, non vi abbiamo trovato nessuno».

Udite queste parole, il comandante delle guardie del tempio e i capi dei sacerdoti si domandavano perplessi a loro riguardo che cosa fosse successo. In quel momento arrivò un tale a riferire loro: «Ecco, gli uomini che avete messo in carcere si trovano nel tempio a insegnare al popolo».

Allora il comandante uscì con gli inservienti e li condusse via, ma senza violenza, per timore di essere lapidati dal popolo.

La parola di Dio “scatenata”

L’aneddoto raccontato da Luca mette in evidenza come l’evento della risurrezione sia vissuto dagli apostoli. Essi, come Gesù, subiscono la persecuzione col tentativo di essere messi a tacere. Come quella del Maestro, la loro parola non viene accolta dai dotti e sapienti, i quali cercano di silenziarla con metodi coercitivi. Ma la Parola di Dio non può essere “incatenata”! Ciò che l’uomo vorrebbe nascondere, Dio lo porta alla luce. Gli apostoli, condotti fuori dal carcere, vanno nel tempio annunciando la parola di Vita, così come Gesù, liberato dai vincoli della morte si rivela ai suoi apostoli mostrando loro la potenza di Dio e invitandoli ad aderire al vangelo con la vita. Dio sa come sorprenderci perché apre sempre una via per coloro che sono disposti a lasciarsi guidare dalla Parola e si fidano del Signore. Il Vangelo libera da ogni forma di costrizione a cui potremmo autocondannarci se dessimo più credito al giudizio degli altri piuttosto che alla voce di Dio. La liberazione e la guarigione è sempre finalizzata all’annuncio dell’amore potente di Dio perché tutti possano sperimentarlo e proclamarlo a loro volta. Questa pagina degli Atti degli Apostoli risulta essere anche un ammonimento a chi ha autorità nella Chiesa, perché non si chiuda mai la bocca a coloro che annunciano con la parola e le opere la potenza di Dio. La prima preoccupazione non deve essere quella di “custodire” la Chiesa e il tesoro della Tradizione quasi fosse un carcere, ma lo zelo richiesto ai capi comporta che essi siano aperti ad ascoltare e discernere le varie voci ed esperienze attraverso le quali lo Spirito Santo ancora oggi continua a parlare.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 3,16-21

Dio ha mandato il Figlio nel mondo, perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

L’amore di Dio è un fatto!

Il cuore pulsante della nostra fede sta nelle parole di Gesù a Nicodemo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito». L’amore di Dio è un dato di fatto e dunque è una verità, anzi la verità. Sulla croce Gesù non rivela un’idea, ma il cuore di Dio da cui promana la luce straordinaria del suo amore. La verità, nel linguaggio biblico, non è un concetto da capire ma è un evento da cui scaturisce la libertà, il bene, la gioia e quindi è una esperienza che segna l’esistenza, che dà forma alla vita. La verità è Dio all’opera, è Dio che ama. L’amore di Dio è fattivo e come tale genera la storia. La storia del mondo e quella di ciascuno ha la sua origine nel cuore amante di Dio.  Dio ama l’uomo, ama me, non in astratto ma concretamente e realmente sacrificando la sua vita sull’altare della croce. Dalla croce di Cristo promana una luce perenne che mai si spegnerà. Verrà meno quella del sole ma non la luce di Dio, passerà questa terra e questo cielo, ma l’amore di Dio non passa.

Per mezzo di Gesù mi viene donata la vita eterna, ovvero l’amore che sana il mio amore che da fragile diventa resistente agli urti delle crisi e la mia debolezza si trasforma in forza che sostiene le relazioni personali. Credere significa uscire dalla paura, sensi di colpa e vergogna e lasciarsi attrarre dalla Luce che trafigge il buio interiore per venire allo scoperto ed esporsi ai raggi benefici del perdono di Dio. Chi accetta di lasciarsi amare dal Signore assiste alla guarigione del proprio cuore che è il miracolo più bello che un uomo possa vedere. Si sperimenta la bellezza della vita nuova, quella capace di generare pace, gioia e amicizia, che fiorisce tra i sassi delle tante difficoltà e tra le spine dolorose delle molte prove.


Signore Gesù, dono d’amore di Dio, Padre tenerissimo e Madre piena di premura per i suoi figli, illumina il sentiero della mia vita, perché attratto dalla luce gentile della tua infinita misericordia, possa rispondere ogni giorno alla tua voce che mi invita a seguirti e stare con Te. Insegnami a discernere le illusioni dalle speranze, la vocazione all’amore dall’ambizione all’autorealizzazione. Aiutami ad infrangere gli specchi del mio narcisismo di cui mi circondo e ad amare il mondo nel quale abito non da straniero ma da custode. Ispirami sentimenti di compassione e amorevolezza verso i fratelli e le sorelle compagni nel comune cammino di fede e, se questo possa servire ad amarti e farti amare di più, rendimi pure meno angelico e più uomo.