Polline di amore, pace e giustizia – Giovedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari) – Santi Andrea Dung-Lac e compagni

Polline di amore, pace e giustizia – Giovedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari) – Santi Andrea Dung-Lac e compagni

24 Novembre 2022 0 Di Pasquale Giordano

Giovedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari) – Santi Andrea Dung-Lac e compagni

Ap 18,1-2.21-23; 19,1-3.9   Sal 99  

+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 21,20-28

Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.

Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

Polline di amore, pace e giustizia

Ciò che caratterizza la maturità di una persona è saper discernere i tempi e i loro significati con le opportunità che gli eventi portano con sé. L’immagine della città di Gerusalemme, assediata e prossima ad essere devasta, suggerisce al discepolo di Cristo l’urgenza di mettersi in salvo per non essere coinvolto nella rovina. Gerusalemme è l’immagine dei sogni e desideri che ognuno porta nel cuore. Spesso sono desideri di affermazione di sé, di benessere, di possesso, per realizzare i quali si abdica al valore dei legami familiari, al rispetto reciproco, alla cura attenta e paziente dei più piccoli. La logica commerciale pervade le relazioni in una comunità sia domestica, o ecclesiale o sociale. Questa logica comporta un impoverimento e una fragilità tale da rendere vulnerabili difronte ai problemi della vita dai quali ci si sente come assediati. È uno stato d’animo che plasticamente viene tradotto nell’immagine dell’esercito che circonda la città. Il male, quale rifiuto di Dio e del suo aiuto, ha come conseguenze la corruzione, cioè l’indebolimento della coscienza e l’impossibilità a resistere agli attacchi del nemico, il diavolo.

Gesù invita ad esercitare un sano giudizio su di sé, che chiamiamo discernimento. Questo richiede da una parte di prendere le distanze dal male che seduce per non lasciarsi coinvolgere nella sua spirale negativa, e, dall’altra, esporsi allo sguardo di Dio affinché il suo luminoso giudizio permetta di distinguere il bene dal male, ciò che ci fa male per fuggirlo e ciò che ci fa bene per custodirlo.

I turbamenti dell’anima ci inducono a coprirci il volto, ad abbassare lo sguardo a rannicchiarci per difenderci. Gesù viene per ristabilire ordine nel nostro mondo interiore e a fare pace nel nostro cuore. Lui viene a fissare un centro che garantisca un nuovo equilibrio tra le attese che nutriamo e la realtà che viviamo e a ristabilire quell’ordine originario, che il peccato insidia, nella relazione con Dio e tra di noi.  Dio viene come giudice giusto per rendere veramente liberi coloro che, alzando il capo, si risollevano dalle loro paure e Gli vanno incontro con gioia. Il discepolo di Cristo nelle crisi della vita in cui sono sconvolti e messi in discussione punti fermi consolidati, non si fissa sugli aspetti negativi, ma alimenta l’attesa dell’incontro con il Signore che ristabilisce l’ordine della creazione. La Sua presenza, in parte oggi già realizzata e che sarà pienamente compiuta nell’ultimo giorno, è l’offerta della liberazione dal peccato e dalla morte per essere liberi servitori dell’unico Signore.

Signore Gesù, Tu parola attraverso cui al principio di ogni cosa il tutto caotico e deforme ha preso forma ed è stato ordinato, rivelami il senso bello della vita soprattutto quando nel mio cuore regna l’angoscia per la fine, domina la confusione di pensieri contrastanti tra loro che si affollano disordinatamente nella mia mente, e mi sembra, guardandomi attorno, non solo di essere nel mondo sbagliato ma di essere io stesso sbagliato. Aiutami a cercare il tuo volto tra le macerie dei miei sogni e dammi intelligenza per conoscere la mia vocazione e per riconoscerti nei miei fratelli. Quando l’ansia mi fa giocare in difesa sostieni la mia volontà di reagire rimanendo fedele alla missione che mi affidi di essere nel mondo polline di amore, pace e giustizia.