Dalla trincea dei conflitti alla prima linea del servizio – Lunedì IX settimana del T. O. (anno pari)

Dalla trincea dei conflitti alla prima linea del servizio – Lunedì IX settimana del T. O. (anno pari)

2 Giugno 2024 0 Di Pasquale Giordano

Lunedì IX settimana del T. O. (anno pari)

2Pt 1,2-7   Sal 90

O Dio, che nella tua provvidenza

tutto disponi secondo il tuo disegno di salvezza,

ascolta la nostra umile preghiera:

allontana da noi ogni male

e dona ciò che giova al nostro vero bene.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,

e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,

per tutti i secoli dei secoli.

Dalla seconda lettera di san Pietro apostolo 2Pt 1,2-7

Dio ci ha donato i beni grandissimi e preziosi a noi promessi, affinché per loro mezzo diventiate partecipi della natura divina.

Carissimi, grazia e pace siano concesse a voi in abbondanza mediante la conoscenza di Dio e di Gesù Signore nostro.

La sua potenza divina ci ha donato tutto quello che è necessario per una vita vissuta santamente, grazie alla conoscenza di colui che ci ha chiamati con la sua potenza e gloria. Con questo egli ci ha donato i beni grandissimi e preziosi a noi promessi, affinché per loro mezzo diventiate partecipi della natura divina, sfuggendo alla corruzione, che è nel mondo a causa della concupiscenza.

Per questo mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l’amore fraterno, all’amore fraterno la carità.

Divinizzazione e umanizzazione

Simon Pietro, che si presenta come «servo e apostolo di Gesù Cristo», si rivolge a coloro che hanno accolto dal «Salvatore Gesù Cristo» il dono della fede mediante la conoscenza «di Dio e di Gesù Signore nostro». Sebbene il linguaggio sembra essere influenzato dalla cultura greca che insiste sulla «conoscenza» e la «natura», il contenuto del messaggio è fortemente legato alla cultura ebraica per la quale tutto ruota attorno alla categoria di relazione. Quanto più profondo e intimo è il rapporto che lega il credente al Signore Gesù, tanto più la reciproca conoscenza diventa un progressivo processo di conformazione dell’uomo a Dio. La conoscenza non è da intendere come dinamica di apprendimento concettuale ma come esperienza di mutua comunicazione attraverso la quale la vita di Dio diventa patrimonio dell’uomo, come la eredita il figlio dal Padre. Tale ricchezza eleva la dignità dell’uomo il cui valore risplende attraverso l’esercizio delle virtù. I doni di Grazia, comunicati mediante lo Spirito Santo effuso nel cuore dei credenti dal Crocifisso risorto, sostengono l’uomo nel suo cammino di crescita spirituale e di maturazione umana affinché si manifesti in essi il volto di Dio, Carità.

+ Dal Vangelo secondo Marco Mc 12,1-12

Presero il figlio amato, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.

In quel tempo, Gesù si mise a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti, agli scribi e agli anziani]:

«Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.

Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero.

Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra”. Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.

Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. Non avete letto questa Scrittura: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”?».

E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.

Dalla trincea dei conflitti alla prima linea del servizio

I contadini, ai quali era stata affittata la vigna, si comportano da irresponsabili, ladri e assassini. Il loro comportamento è lo specchio nel quale vediamo riflesse le nostre miserie. Quando non coltiviamo il «timore di Dio», ovvero la consapevolezza della nostra dimensione creaturale e l’umiltà di considerarci servi del Creatore, scatta il dinamismo dell’emancipazione da Colui verso il quale invece dovremmo avere sempre un senso di rispetto e riconoscenza. Senza la gratitudine non c’è responsabilità e senza responsabilità si fa spazio la presunzione e l’arroganza i cui effetti sono devastanti. Dall’irresponsabilità, cioè il rifiuto di dare conto a qualcuno di superiore a sé, all’appropriarsi di ciò che non ci appartiene il passo è breve. Quanto più scartiamo Dio dalla nostra vita, ribellandoci con offese e insulti contro coloro che ci educano e ci correggono, tanto più alimentiamo nel cuore l’odio e il risentimento che ci consumano.

Il giudizio arriva per tutti, che lo vogliamo o no! Il tribunale sarà composto da tutti coloro attraverso i quali Dio si è preso cura di noi e ci ha amato offrendoci gli spazi nei quali crescere come suoi collaboratori e amici. Ogni persona è un dono di Dio, ognuno è un contributo alla crescita della nostra personalità. Senza una robusta spiritualità nutrita di preghiera, catechesi e fraternità, che fa maturare la nostra relazione con Dio, la nostra vita diventa una guerra continua nella quale siamo in trincea per difenderci da coloro che ci amano e per aggredire coloro che non sono perfetti ma certamente innocui e innocenti. Il Signore ci aiuti a uscire dalle trincee degli inutili conflitti per andare sulla prima linea del servizio.

Oratio

Signore Gesù, tu il Figlio di Dio scartato dagli uomini iniqui ma che il Padre ha riabilitato risuscitandoti dai morti, donami l’umiltà di riconoscermi inutile servo e la gioia di collaborare con te nel prendermi cura amorevolmente dei miei fratelli. Il tuo Spirito purifichi il mio cuore da ogni forma di cupidigia e avidità. Insegnami ad essere docile alla correzione e a riconoscere l’utilità del rimprovero. La tua Parola mi sproni a non chiudermi in difesa ma, accanto alla denuncia del mio peccato, alimenti la speranza di poter servire sempre meglio il regno di Dio.