Pacifiche inquietudini – Sabato della VIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Pacifiche inquietudini – Sabato della VIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

26 Maggio 2024 0 Di Pasquale Giordano

Sabato della VIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Gd 1,17.20-25  Sal 62

O Dio, che attraverso la stoltezza della croce

hai donato al santo martire Giustino

la sublime conoscenza di Gesù Cristo,

concedi a noi, per sua intercessione,

di respingere gli inganni dell’errore

per conseguire fermezza nella fede.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,

e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,

per tutti i secoli dei secoli.

Dalla lettera di san Giuda apostolo Gd 1,17.20-25

Dio può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire davanti alla sua gloria senza difetti.

Voi, o carissimi, ricordatevi delle cose che furono predette dagli apostoli del Signore nostro Gesù Cristo.

Costruite voi stessi sopra la vostra santissima fede, pregate nello Spirito Santo, conservatevi nell’amore di Dio, attendendo la misericordia del Signore nostro Gesù Cristo per la vita eterna.

Siate misericordiosi verso quelli che sono indecisi e salvateli strappandoli dal fuoco; di altri infine abbiate compassione con timore, stando lontani perfino dai vestiti, contaminati dal loro corpo.

A colui che può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire davanti alla sua gloria senza difetti e colmi di gioia, all’unico Dio, nostro salvatore, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, gloria, maestà, forza e potenza prima di ogni tempo, ora e per sempre. Amen.

Il Pastore salva le sue pecore dai ladri e dai mercenari

Questa breve lettera, attribuita all’apostolo Giuda Taddeo, è indirizzata alle comunità cristiane che sono minacciate dalle divisioni interne causate da persone, che forse ricoprivano anche ruoli di governo, la cui condotta di vita era in chiara dissonanza con il Vangelo. L’autore fa riferimento agli impostori che provocano divisioni perché «vive di istinti ma non ha lo Spirito». Questi tali sono come dei «lupi rapaci» che si presentano in veste di pecore che agiscono come mercenari e non come veri pastori. Essi rifuggono tutte le situazioni che li costringerebbe a perdere qualcosa che la loro avidità ha accumulato. Sono abili a vendere la loro merce e a passare per santi fino al punto di manipolare quelli più sprovveduti. L’apostolo cerca di aprire gli occhi a quelli che facilmente si lasciano coinvolgere in logiche di partito alimentate dallo spirito settario che è demoniaco. La conclusione della lettera esorta a non usare gli stessi mezzi degli impostori ma la misericordia e l’amorevolezza per recuperare chi rischia di perdersi e correggere chi è stato coinvolto nelle dinamiche conflittuali che feriscono la Chiesa. Lo stile misericordioso, proprio della Chiesa che è madre e maestra, si acquisisce con edificandosi e confermandosi reciprocamente nella verità della fede in Gesù Signore, con la preghiera comune animata dallo Spirito Santo e con la carità fraterna che ha la sua origine in Dio Padre. L’obbedienza del Figlio, l’amore dello Spirito Santo e la misericordia del Padre siano i capisaldi sui quali poggiare e verificare la vita cristiana.

+ Dal Vangelo secondo Marco Mc 11,27-33

Con quale autorità fai queste cose?

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?».

Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi».

Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo».

E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

Pacifiche inquietudini

Le autorità, ancora molto indispettite del gesto compiuto da Gesù nel cacciare i mercanti dal tempio, gli chiedono conto di ciò che ha fatto. Spesso anche noi, invece di lasciarci interrogare dagli eventi, preferiamo inquisire gli altri. La contro domanda di Gesù vorrebbe stimolarci a riflettere su noi stessi, sul modo con il quale reagiamo davanti alla vita, sull’autorità che esercitiamo sugli altri o a favore degli altri. Credo che capiti a tutti di sentirsi a disagio o di trovare delle resistenze nel fare un viaggio introspettivo e una verifica delle proprie emozioni, dei pensieri e degli atteggiamenti conseguenti, soprattutto quando ci si trova in un conflitto. Il dubbio può avere due nature: o nasce dalla diffidenza o è espressione di una sana ricerca della verità. Posso scoprire se esso è parte dell’esperienza della maturazione di fede o, al contrario, è generato dalla poca fede, dal fatto che metto in discussione le mie certezze e mi pongo in ascolto con animo puro e leale. La fiducia parte sempre dal presupposto che di fronte non ho una persona da «squadrare» per verificare se rientra nei miei schemi, ma un fratello o una sorella verso la quale aprirmi per accogliere il bello e il buono di cui è portatore o portatrice. Il Signore ci offre costantemente prove della sua autorità mettendo sul nostro cammino persone che, con il loro stile di vita, con la loro parola o azione ci richiamano alla sostanza delle cose. Essa non è altro che relazioni d’amore fraterno. Il ragionamento a cui il Signore vuole condurci è semplice e chiaro, ma i suoi interlocutori oppongono discussioni che sanno più di sterili tatticismi che di seria riflessione.

Signore Gesù, la cui autorità è riconosciuta persino dai demoni, aiutami a non opporre resistenza all’evidenza del tuo amore e alla forza purificatrice della tua Parola. I tuoi gesti profetici e i tuoi insegnamenti sapienti mi inducano a sempre ricercare la verità con umiltà e desiderio di conoscerti e aderire a Te per essere tuo fedele discepolo. Ti chiedo la grazia di salutari inquietudini affinché la mia fede sia più vicina al sentire della gente e meno infarcita di elucubrazioni mentali che mi alienano dalla vita reale e mi estraniano dalla comunità dei fratelli.