La Parola di Gesù, luce di consolazione e speranza – Mercoledì della IV settimana di Pasqua

La Parola di Gesù, luce di consolazione e speranza – Mercoledì della IV settimana di Pasqua

23 Aprile 2024 0 Di Pasquale Giordano

Mercoledì della IV settimana di Pasqua

At 12,24-13,5   Sal 66

O Dio, vita dei tuoi fedeli,

gloria degli umili, beatitudine dei giusti,

ascolta con bontà le preghiere del tuo popolo,

perché coloro che hanno sete dei beni da te promessi

siano sempre ricolmati dell’abbondanza dei tuoi doni.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,

e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,

per tutti i secoli dei secoli.


Dagli Atti degli Apostoli At 12,24-13,5

Riservate per me Bàrnaba e Sàulo.

In quei giorni, la parola di Dio cresceva e si diffondeva. Bàrnaba e Sàulo poi, compiuto il loro servizio a Gerusalemme, tornarono prendendo con sé Giovanni, detto Marco.

C’erano nella Chiesa di Antiòchia profeti e maestri: Bàrnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirène, Manaèn, compagno d’infanzia di Erode il tetràrca, e Sàulo. Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Bàrnaba e Sàulo per l’opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono.

Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, scesero a Selèucia e di qui salparono per Cipro. Giunti a Salamina, cominciarono ad annunciare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei.

La comunità in preghiera ascolta la voce dello Spirito

L’evangelista Luca nella seconda parte della sua opera descrive il “cammino” della Parola che giunge a tutti gli uomini, fino ai confini della terra. Questo avviene attraverso i «testimoni oculari che sono diventati ministri della Parola» (cf. Lc 1, 1-4). Essi sono gli apostoli, sia quelli appartenenti al gruppo dei Dodici, sia quelli che sono investiti dalla «potenza dall’alto» e inviati dallo Spirito Santo. Questo avviene sempre attraverso la comunità che viene evangelizzata dalla parola degli apostoli e che, soprattutto nel contesto liturgico, diventa lo spazio nel quale si ascolta la voce dello Spirito che guida la missione della Chiesa. Barnaba e Saulo, apostoli inviati dalla comunità di Gerusalemme per “gestire” ciò che lo Spirito aveva creato ad Antiochia per mezzo di “laici” espatriati dalla Giudea a causa della persecuzione, erano ritornati nella Chiesa madre per portare il provento di una colletta per affrontare la grave carestia, preannunciata ad Antiochia. Durante la liturgia la comunità riceve una rivelazione e una missione: Dio parla alla Chiesa riunita in preghiera con la quale risponde alla chiamata del Signore. La chiesa di Antiochia, fecondata dalla Parola, genera i ministri che Dio ha scelto per l’opera della diffusione del vangelo. Il gesto dell’imposizione delle mani rende visibile la funzione mediatrice della comunità che comunica agli eletti la missione indicata dallo Spirito, grazie al quale compierla.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 12,44-50

Io sono venuto nel mondo come luce.

In quel tempo, Gesù esclamò:

«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.

Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.

Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

La Parola di Gesù, luce di consolazione e speranza

A molti sarà capitato di ritrovarsi nel buio perché è andata via la corrente e di doversi muovere a tentoni cercando qualche punto luce grazie al quale orientarsi. Questa è la metafora della vita quando ci troviamo in situazioni di blackout nelle quali o brancoliamo nel buio non sapendo di preciso dove andare o siamo bloccati dalla paura impossibilitati a fare alcun passo. Credere, sembra dire Gesù, significa lasciarsi raggiungere dalla luce che mostra una strada d’uscita dal groviglio delle contraddizioni e dei sentimenti che abbiamo nel cuore. Mi pare di ascoltare queste parole che Gesù pronuncia, accostandosi a noi delicatamente, con un tono di voce pacato, a voler rassicurare e invitare a non temere, a non lasciarsi trattenere dalla paura, dalla vergogna, dal senso di colpa o d’impotenza. Le parole di Gesù sono pure esigenti perché, essendo in gioco nientemeno che la vita, sono un appello accorato alla nostra responsabilità; per questo motivo suonano come un comandamento. Il tono esortativo fa intuire il fatto che alcuni, tra i quali ciascuno potrebbe indentificarsi, hanno intravisto in Gesù uno spiraglio di luce, ma nel cammino si sono scoraggiati per il fatto di non riuscire a mettere in pratica il comandamento dell’amore, credendosi in tal modo condannati o esclusi dalla sua misericordia, indegni di continuare l’itinerario di fede. Lo scoraggiamento può persino portare a sentire un senso di rigetto nei confronti di Dio dietro cui in fondo si nasconde la non accettazione dei propri fallimenti e il rifiuto a lasciarsi guarire. Credere vuol dire permettere alla luce di Dio di farsi strada sempre di più dentro di noi affinché siano fugati i pensieri che ci tengono incatenati al rimorso o al risentimento. Gesù viene nel mondo come luce che traccia la via per uscire dalle tenebre e andare verso il Padre, non come bastone che colpisce per punire. Le parole di Gesù hanno il potere di raggiungere il cuore e di sanarlo perché non sono il frutto di un suo ragionamento astratto, ma esse portano con sé un significato bellissimo: l’amore del Padre verso i suoi figli. Il messaggio e il messaggero sono un’unica cosa. Gesù, il figlio di Dio è la parola del Padre; accoglierla significa diventare anche noi figli suoi. 

Hand on sunset background success, peace,freedom concept

Signore Gesù, amico dei poveri, vieni a portare la luce della speranza nel mio cuore perché sia cacciato ogni tipo di paura. Incontrare Te significa vedere sorgere il sole che dà senso e colore al vivere anche quando l’ombra del peccato si stende e sembra nascondere ai miei occhi la bellezza del tuo amore. Aiutami a scrollarmi di dosso i pensieri che mi intristiscono per sentire il calore del tuo abbraccio rassicurante. La tua parola m’incoraggia a ricominciare dopo ogni battuta d’arresto, a cercare sempre la luce, a desiderare di vedere il tuo volto nel quale contemplare quello del Padre. Consolato dalla tua luce, possa essere io stesso messaggero di speranza per i miei fratelli che sono nel dolore.