Il ministero dell’accoglienza – Sabato della XIX settimana del Tempo ordinario (anno dispari)

Il ministero dell’accoglienza – Sabato della XIX settimana del Tempo ordinario (anno dispari)

18 Agosto 2023 0 Di Pasquale Giordano

Sabato della XIX settimana del Tempo ordinario (anno dispari)

Gs 24,14-29   Sal 15

Dio onnipotente ed eterno,

guidati dallo Spirito Santo,

osiamo invocarti con il nome di Padre:

fa’ crescere nei nostri cuori lo spirito di figli adottivi,

perché possiamo entrare nell’eredità che ci hai promesso.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,

e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,

per tutti i secoli dei secoli.


Dal libro di Giosuè Gs 24,14-29

Sceglietevi oggi chi servire.

In quei giorni, Giosuè disse al popolo: «Ora, dunque, temete il Signore e servitelo con integrità e fedeltà. Eliminate gli dèi che i vostri padri hanno servito oltre il Fiume e in Egitto e servite il Signore. Se sembra male ai vostri occhi servire il Signore, sceglietevi oggi chi servire: se gli dèi che i vostri padri hanno servito oltre il Fiume oppure gli dèi degli Amorrei, nel cui territorio abitate. Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore».

Il popolo rispose: «Lontano da noi abbandonare il Signore per servire altri dèi! Poiché è il Signore, nostro Dio, che ha fatto salire noi e i padri nostri dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile; egli ha compiuto quei grandi segni dinanzi ai nostri occhi e ci ha custodito per tutto il cammino che abbiamo percorso e in mezzo a tutti i popoli fra i quali siamo passati. Il Signore ha scacciato dinanzi a noi tutti questi popoli e gli Amorrei che abitavano la terra. Perciò anche noi serviremo il Signore, perché egli è il nostro Dio».

Giosuè disse al popolo: «Voi non potete servire il Signore, perché è un Dio santo, è un Dio geloso; egli non perdonerà le vostre trasgressioni e i vostri peccati. Se abbandonerete il Signore e servirete dèi stranieri, egli vi si volterà contro e, dopo avervi fatto tanto bene, vi farà del male e vi annienterà». Il popolo rispose a Giosuè: «No! Noi serviremo il Signore».

Giosuè disse allora al popolo: «Voi siete testimoni contro voi stessi, che vi siete scelti il Signore per servirlo!». Risposero: «Siamo testimoni!».

«Eliminate allora gli dèi degli stranieri, che sono in mezzo a voi, e rivolgete il vostro cuore al Signore, Dio d’Israele!».

Il popolo rispose a Giosuè: «Noi serviremo il Signore, nostro Dio, e ascolteremo la sua voce!». Giosuè in quel giorno concluse un’alleanza per il popolo e gli diede uno statuto e una legge a Sichem. Scrisse queste parole nel libro della legge di Dio. Prese una grande pietra e la rizzò là, sotto la quercia che era nel santuario del Signore. Infine, Giosuè disse a tutto il popolo: «Ecco: questa pietra sarà una testimonianza per noi, perché essa ha udito tutte le parole che il Signore ci ha detto; essa servirà quindi da testimonianza per voi, perché non rinneghiate il vostro Dio». Poi Giosuè congedò il popolo, ciascuno alla sua eredità.

Dopo questi fatti, Giosuè figlio di Nun, servo del Signore, morì a centodieci anni.

L’alleanza poggiata sulla consapevolezza e la libertà

Entrati nella Terra Promessa giunge il momento per Israele di dichiararsi e accettare o no l’alleanza con Dio. Avrebbero potuto dire al Signore, grazie ma ora serviamo gli dei del luogo. Dio, per bocca di Giosuè chiede una scelta chiara e netta, senza ambiguità. La scelta degli Israeliti non comporta il ritiro del dono ricevuto. Dio offre l’alleanza per custodire e coltivare questo dono affidato alla loro responsabilità. Il popolo sceglie di servire il Signore e di ascoltare la sua voce. È consapevole della sua scelta e delle sue conseguenze. Si celebra l’alleanza non basata sulla minaccia di Dio ma sulla responsabilità e libertà. Solo l’amore rende liberi rinunciando ad ogni forma di coercizione o ricatto ma anche a ogni tipo di atteggiamento opportunista e utilitaristico.

+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 19,13-15

Non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli.

In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono.

Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli».

E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.

Il ministero dell’accoglienza

Nella società contemporanea a Gesù quella dei bambini era una categoria di persone poco considerata perché poco produttiva. Potremmo pensare che anche gli anziani lo siano ma erano rispettati perché depositari della saggezza. Solo un genitore ha attenzione per i propri figli perché l’amore suggerisce sentimenti di tenerezza. Ecco perché alcuni genitori portavano i loro figli da Gesù perché li benedicesse imponendo loro le mani. Questo suscita lo sdegno dei discepoli che, dimenticando la premura che essi hanno avuto per i loro bambini, assumono un atteggiamento respingente, guadagnandosi così un solenne rimprovero.

Con quanta facilità distinguiamo le persone e respingiamo quelle che ci risultano moleste. A volte il nostro comportamento selettivo allontana la gente da Gesù e dalla Chiesa. La comunità dei credenti non cresce se ci sono tante proposte e iniziative, ma se ci si accoglie reciprocamente con gentilezza.

Quello che dovrebbe contrassegnare i cristiani è il tatto e la delicatezza con cui si approcciano le persone. Fa molto di più un sorriso accogliente, una disponibilità familiare che tante liturgie ben preparate o catechesi organizzate nei particolari.

Non basta possedere conoscenze teologiche ed essere preparati dal punto di vista dei contenuti, ma bisogna sviluppare sempre di più la capacità ad entrare in empatia con le persone per comunicare loro l’amore fraterno con gesti di accoglienza fraterna prima ancora che con discorsi e lezioni.

Quando presumiamo d’insegnare agli altri il modo con il quale stare al mondo dimentichiamo che noi stessi l’abbiamo imparato perché qualcuno si è preso cura di noi e ci ha accolti. I bambini c’insegnano lo stile dello stare alla presenza di Dio, con fiducia e aperti allo stupore desiderosi di ricevere qualcosa in dono.

©In Color Studios

Signore Gesù, abbracciami e benedicimi quando con spontanea confidenza mi abbandono a Te e cerco il calore del conforto. Aiutami a non ragionare secondo meschini calcoli utilitaristici che mi inducono a indebite selezioni e ad ingiuste distinzioni. Donami un cuore aperto, libero e genuino come quello di un bambino desideroso di scoprire nuove cose ed essere amico di tutti. Liberami dall’avidità che confonde le persone con oggetti di cui servirsene, fammi mediatore della tua tenerezza e rendimi dispensatore della tua benedizione.