È tempo di conversione – Martedì della XV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

È tempo di conversione – Martedì della XV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

12 Luglio 2022 0 Di Pasquale Giordano

Martedì della XV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Is 7,1-9   Sal 47  

+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 11,20-24

Nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne e la terra di Sòdoma saranno trattate meno duramente di voi.

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: 

«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. 

E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».

È tempo di conversione

Nelle parole di rimprovero, che Gesù rivolge agli abitanti dei paesi dove più numerosi erano stati i prodigi da lui compiuti, vi leggiamo emozioni di profonda tristezza e rabbia davanti alla loro indifferenza e superficialità. Gesù si lamenta perché a fronte di tanta misericordia la gente non si converte per compiere la vera giustizia. Isaia, mediante l’immagine della vigna, racconta di quanta cura Dio abbia impiegato per fare d’Israele un popolo. Invece di gioire intona un triste lamento perché si aspettava che producesse frutti buoni di giustizia e invece ha fatto il male. La rabbia di Gesù non è dettata tanto dalle offese a lui arrecate, quanto dall’indifferenza che ha reso il cuore di quella gente impermeabile alla grazia di Dio e refrattario ad ogni cambiamento interiore. Senza l’aiuto di Dio non si può crescere e portare frutto e, se c’è, esso è immaturo e facile a corrompersi. Se l’amore che unisce due sposi o il legame di amicizia che mette insieme le persone di una comunità non sono alimentate costantemente dalla fede difficilmente si esce indenni dalle crisi. Chi non progredisce, inevitabilmente regredisce, attirato nel vortice del male a cui non riesce a resistere senza la fede. Il primo frutto della conversione è la fede con la quale affrontiamo le difficoltà della vita che, senza di essa, ci travolgerebbero. La delusione di Gesù interpreta anche quella di chi ama per rendere felice la persona amata ma si ritrova a doversi difendere proprio da coloro che sono stati aiutati. Il rimprovero non è una minaccia ma un estremo tentativo di far aprire gli occhi a coloro che sono accecati dall’orgoglio perché si rendano conto che l’estromissione di Dio dalla propria vita, nei fatti e non solo a parole, immette direttamente sulla strada del fallimento completo. L’avvertimento di Gesù non è una condanna già scritta ma una severa esortazione a vivere il tempo che rimane per vivere su questa terra dando seguito all’opera di guarigione che Dio ha iniziato in noi con la grazia dei sacramenti.  

Signore Gesù, segno dell’amore di Dio provvido e misericordioso, ti ringrazio per il rimprovero che oggi mi rivolgi perché mi scuota dall’indolenza e dall’ipocrisia di chi cerca segni ma non si lascia convertire per diventare a sua volta nel mondo segno del tuo amore. Apri gli occhi del cuore perché possa riconoscere nel tempo della mia vita terrena i segni della tua presenza amichevole e accogliere il dono di grazia che dà una forma nuova alla mia mente. La forza del tuo Spirito mi converta dalle abitudini cattive, che minano le relazioni, verso atteggiamenti di apertura fiduciosa alla Parola di Dio e di umile disponibilità verso i fratelli.