L’attesa gioiosa dello sposo – Sabato della XIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

L’attesa gioiosa dello sposo – Sabato della XIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

2 Luglio 2022 0 Di Pasquale Giordano

Sabato della XIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Am 9,11-15   Sal 84  

+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 9,14-17

Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».

E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».

L’attesa gioiosa dello sposo

I dubbi sull’operato e l’insegnamento di Gesù vengono anche da persone a lui vicine, come per esempio, i seguaci di Giovanni Battista. S’intuisce che tra gli aderenti alle frange più tradizionaliste della religione israelitica si gareggiava nell’applicare nel modo più rigoroso possibile le norme della legge in modo da accreditarsi come campioni della fedeltà alla tradizione dei padri. La domanda dei seguaci del Battista rivela la loro mentalità per la quale essi, insieme con i farisei, hanno la consapevolezza di essere modelli di religiosità da imitare. Il digiuno era una delle forme di pietà che strutturavano la prassi penitenziale insieme all’elemosina e alla preghiera. Gesù replica con un’altra domanda che mette in luce lo stile del discepolo di Cristo che non è triste e ansioso, ma è entusiasta e pieno di speranza. L’errore dei discepoli di Giovanni e dei farisei non è nella pratica del digiuno, ma nell’idea di fondo che la sosteneva. I discepoli di Cristo digiuneranno non perché sono in lutto e attendono la manifestazione ultima di Dio che giudicherà con inflessibilità gli uomini. Essi attenderanno il ritorno dello sposo come vivono la sua presenza in mezzo a loro, cioè come una festa. I cristiani sono coloro che partecipano alla gioia di Dio che è grandissima per ogni peccatore che si converte e che quindi si salva. La relazione che si instaura tra Gesù e i suoi discepoli non è basata sulla tensione e la paura, ma sulla condivisione gioiosa e piena di fiducia di quello che si ha nel cuore. Digiuno non significa sottrarre ma condividere anche se si è nel dolore. Quando viene sottratto loro lo sposo e il motivo della gioia essi, attraverso il digiuno inteso come condivisione fraterna, continuano ad essere nella festa e a rimanere uniti al loro Signore.

Signore Gesù, Tu sei lo Sposo che ha amato la sua Chiesa fino a dare la sua vita per Lei, fa che nutrendoci del tuo corpo al banchetto dell’Eucaristia possiamo essere totalmente rinnovati per essere nuove creature nelle quali dimora lo Spirito Santo. Aiutaci a convertirci alla speranza e alla gioia che il tuo Vangelo ci ispirano; liberaci da ogni forma di ipocrisia che rende vecchia e stanca la nostra fede. Rianimata e ringiovanita dal Tuo Amore, possiamo aderire con gioia alla tua proposta di vita e diventare tuoi credibili testimoni nel mondo.