Convenienza è connivenza – Mercoledì della XIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Convenienza è connivenza – Mercoledì della XIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

28 Giugno 2022 0 Di Pasquale Giordano

Mercoledì della XIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Gen 21,5.8-20   Sal 33  

+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 8,28-34

Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?

In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?».

A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque. 

I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio.

Convenienza è connivenza

Giunto alla riva del paese dei Gadareni, abitato in gran parte da pagani, Gesù è costretto a fermarsi vicino alle sponde del lago senza poter entrare in città. Dapprima gli vengono incontro due indemoniati, padroni della strada, che non permettevano a nessuno di passare, e alla fine è tutta la città ad uscire, non per accogliere Gesù come il liberatore dell’uomo, ma per cacciarlo via, anche se con toni di supplica. Gesù appare agli occhi dei due indemoniati come il Giudice che viene finalmente a mettere la parola fine al male che abbruttisce gli uomini rendendoli furiosi come bestie. L’aggressività è sfoderata dall’orgoglio come un’arma per difendere il proprio potere e impedire ad altri di metterlo in discussione o ridimensionarlo.

La vicenda dei demoni, che chiedono a Gesù il permesso di andare nella mandria dei porci che era al pascolo, ci fa comprendere che il male può entrare dentro di noi solo se c’è il nostro consenso. In realtà c’è un altro modo per accogliere Satana dentro di sé: rifiutare di lasciarsi visitare da Gesù che viene non per rovinare ma per salvare. La fede è una questione di prospettiva. Se assumiamo il punto di vista di chi reputa che abbia più valore una mandria di porci piuttosto che due uomini liberati dal male, allora imputeremo la rovina dei nostri progetti a Dio e non vorremmo sapere più nulla di Lui, magari però rimendo formalmente rispettosi delle tradizioni. Invece di arrenderci al suo amore noi tentiamo una difesa folle, sbagliando obbiettivo. 

Gesù sembra non svolgere un ruolo attivo nella vicenda, anzi, pare che si limiti semplicemente ad assecondare la richiesta dei demoni. Ciò che li turba non è una qualche parola o una azione particolare, ma la sua sola presenza. Anche davanti alla richiesta dei cittadini, che nei fatti sposano il punto di vista degli indemoniati, Gesù non oppone resistenza. 

La diffidenza nei confronti di Dio, e della Chiesa, nasce dal pregiudizio che falsa anche la verità dei fatti, i quali già da soli indicano alla ragione degli uomini che il Giudice non viene per condannare ma per salvare. Urge un cambiamento di mentalità che non identifichi il male con Dio, che a volte presumiamo sia nostro concorrente, ma che riconosca nelle crisi, anche quelle scatenate dal Maligno, la sua mano che si avvicina all’uomo per salvarlo e non per rovinarlo.

Questa vicenda propone degli interrogativi: Siamo veramente certi che vogliamo essere liberati dal male? Non è forse vero che ci abituiamo e ci affezioniamo al male al punto di conviverci? La convenienza è l’anticamera della connivenza col male che la Grazia di Dio da sola non riesce a sradicare dal cuore dell’uomo se lui non vuole farsi salvare.  

Signore Gesù, Luce divina che dirada le tenebre del peccato dietro cui si nasconde il maligno, fatti prossimo nella mia miseria e liberami dall’orgoglio che alimenta il pregiudizio, fomenta la diffidenza e carica di risentimento le parole offensive. Umanizzami con la tua Sapienza perché con l’intelligenza della fede sappia discernere il male da cui difendermi e il bene da accogliere. Che possa sentire la tua presenza non come uno schiavo che avverte sul collo il fiato del padrone ma come la brezza dello Spirito che ristora e consola i profeti lungo il duro cammino della loro missione.