Il prezzo da pagare per la libertà – Sabato della V settimana di Quaresima

Il prezzo da pagare per la libertà – Sabato della V settimana di Quaresima

9 Aprile 2022 0 Di Pasquale Giordano

Sabato della V settimana di Quaresima

Ez 37,21-28   Ger 31,10-13  

+ Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 11,45-56

Per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi.

In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.

Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione».

Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.

Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli.

Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».

Il prezzo da pagare per la libertà

La risurrezione di Lazzaro diventa un caso che convince alcuni e preoccupa altri. I capi hanno paura che la situazione sfugga di mano e che Gesù, traendo dalla sua parte la gente, possa innescare un movimento rivoluzionario tale da far intervenire i Romani. Essi non avrebbero distinto le responsabilità travolgendo con la forza ogni cosa. La novità portata da Gesù con i segni compiuti da lui fa paura. La novità richiede un cambiamento che, sebbene desiderato, abbiamo difficoltà ad accoglierlo perché richiede un prezzo da pagare, qualcosa a cui rinunciare. La paura mortifica la speranza. Per non soffrire rinunciamo ad essere felici, per paura di perdere lasciamo andare tante occasioni per cambiare. La paura ci fa stringere i pugni per trattenere ciò che crediamo di possedere, ci fa chiudere in difesa convinti che la migliore protezione sia diffidare di tutti.

Caifa offre la soluzione al problema. Il suo ragionamento è ispirato al principio della convenienza. La nazione vale più del singolo. La morte di Gesù viene presentata come un effetto collaterale della soluzione al problema per la salvaguardia degli interessi della nazione. Per salvare la nazione bisogna sacrificare qualcuno. Questa logica ci tocca da vicino quando, pur di salvare noi stessi, sacrifichiamo gli altri.

Nella notte splende la verità di Dio che risponde alla logica dell’amore. La croce ribalta il ragionamento degli uomini che, illudendosi di risolvere il problema e di salvarsi da sé, con le loro scelte accelerano verso il precipizio. Dio per amore fa una scelta di segno opposto mostrando all’uomo quale sia la vera via della salvezza. Caifa incarna la logica del mondo che induce a sacrificare gli altri per salvare sé stessi, mentre Gesù, compiendo la volontà del Padre, sacrifica sé stesso per salvare gli altri.

Signore Gesù, tu che hai rinunciato a salvare te stesso per salvare tutti gli uomini, fammi comprendere quanto sia importante la fraternità, perché o ci si salva insieme o non si salva nessuno. Trasforma la mia mente calcolatrice dei soli interessi personali e donami un cuore nuovo che sappia sottrarre ciò che è superfluo, aggiungere sapienza ed esperienza di grazia, moltiplicare gli sforzi per la pace, condividere i beni tra i fratelli.