In cammino con la Luce verso la Luce – Lunedì della V settimana di Quaresima (Anno C)

In cammino con la Luce verso la Luce – Lunedì della V settimana di Quaresima (Anno C)

4 Aprile 2022 0 Di Pasquale Giordano

Lunedì della V settimana di Quaresima (Anno C)

Dn 13,1-9.15-17.19-30.33-62   Sal 22  

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 8,12-20)

Io sono la luce del mondo.

In quel tempo, Gesù parlò [ai farisei] e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita».

Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me».

Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio».

Gesù pronunziò queste parole nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora.

In cammino con la Luce verso la Luce

“Io sono la luce del mondo”: con queste parole Gesù rivela se stesso. Alcuni di coloro che lo ascoltano gli contestano il fatto che lui parli di sé. In realtà c’è un modo buono di parlare di sé, che è la testimonianza, e un modo non sano, che accade quando si lascia parlare il proprio io egoista. La testimonianza è una porta aperta che introduce nella relazione con l’altro, il parlare egoistico invece è una forma di seduzione. La testimonianza che Gesù dà di sé è vera perché sta raccontando la sua relazione con il Padre e come essa si traduca nelle opere che compie. Quello che i suoi detrattori non comprendono riguarda il contatto che Gesù ha col Padre celeste, che definisce la sua vocazione e la sua missione. Il loro modo di giudicare le cose e le persone è tipico di chi ancora non ha maturato la scelta di costruire relazioni basate sul dialogo con l’altro e non sul proprio bisogno. La persona autocentrata giudica e valuta in base al proprio utile o alle esigenze del singolo. Non è possibile giudicare Gesù e la sua credibilità al di fuori della relazione che Lui ha col Padre. La testimonianza di Gesù è luce da seguire per uscire dalle tenebre del dubbio, della diffidenza e del pessimismo individualistico. Giudicare, quasi mettendosi allo specchio, piuttosto che entrare in dialogo con gli altri, non giova al discernimento che coglie il senso vero degli eventi. L’invito di Gesù è quello di giudicare gli eventi e le situazioni assumendo il punto di vista di Dio che si acquisisce con la preghiera. Correremmo il serio rischio di prendere lucciole per lanterne confrontandoci solo con noi stessi, piuttosto che ricercare la verità nel dialogo e nel confronto. La luce necessaria per prendere le decisioni più giuste ci giunge attraverso la compagnia con l’A/altro da noi. Ascolto e narrazione di sé accendono in noi la luce vera che ci fa passare dal buio del pregiudizio al chiarore dell’amore autentico a Dio e ai fratelli.

Signore Gesù, Luce che illumini le oscurità della nostra mente resa cieca dal pregiudizio e dal peccato, rendici disponibili all’ascolto della Parola di Dio perché, accolta con umiltà, possa accendere in noi il desiderio di raccontare a tutti l’esperienza della nostra amicizia con Te. Cadano le resistenze che opponiamo ad accogliere il dono dello Spirito Santo la cui sapienza ci aiuta a gustare la dolcezza della tua Parola di amore, a penetrare il senso della nostra vita soprattutto quando essa ci appare enigmatica e a riposizionare la nostra volontà nella direzione della tua che punta alla gioia della Pasqua eterna.