Il nostro amen diventa il qui e l’oggi di Dio – ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE

Il nostro amen diventa il qui e l’oggi di Dio – ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE

25 Marzo 2022 0 Di Pasquale Giordano

ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE

Is 7,10-14; 8,10   Sal 39   Eb 10,4-10  

+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 1,26-38

Ecco concepirai un figlio e lo darai alla luce.

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».

Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Qualche giorno fa, celebrando la festa di San Giuseppe, abbiamo meditato il brano del Vangelo di Matteo che riporta l’annunciazione allo sposo di Maria. Giuseppe non proferisce parola ma ascolta e mette in pratica la parola di Dio. La festa dell’annunciazione a Maria celebra il concepimento di Gesù nel suo grembo quando lei ha detto a Dio il suo «eccomi». Maria si è messa a servizio della volontà di Dio e lo ha fatto liberamente, con gioia ed entusiasmo.

Grazie al sì di Maria la promessa di Dio non è più la visione proiettata in un lontano futuro ma si compie nel presente e prende corpo nel corpo di una donna. Le parole dell’angelo non sono una semplice comunicazione di un evento che è «calato dall’alto» ma è un dialogo nel quale Dio si accosta all’uomo con la stessa delicatezza della pioggia e della neve ma anche con la medesima efficacia. La parola di Dio feconda e trasforma chi l’accoglie, la medita e ad essa aderisce con la mente, con il cuore e con le sue forze.

La Scrittura ricorda che la peculiarità del Dio d’Israele sta nel suo essere vicino al suo popolo. La presenza di Dio si era materializzata nel roveto ardente, nella colonna di fuoco durante il passaggio del Mar Rosso, la nube che avvolgeva la tenda del convegno, nell’arca dell’alleanza, segno di Dio cammina col suo popolo e che abita nel tempio in mezzo alle case degli uomini. Ora invece in Maria Dio s’impasta con l’umanità.

L’angelo benedice Maria: «Il Signore è con te».  Il messaggero divino, portatore della benedizione di Dio, rivela ciò che Lui, nella sua infinita misericordia, sta operando in lei. La benedizione di Dio non consiste solo nella promessa della fertilità di Maria tale da permetterle di concepire un figlio, è il dono dello Spirito Santo che la feconda e diviene madre del Figlio di Dio. Come riconosce la stessa Elisabetta, Maria è benedetta da Gesù, il frutto del suo grembo.  

Dio, al quale nulla è impossibile, pur potendo fare tutto da sé non lo fa e attende fiducioso il nostro sì. Ciò che è accaduto in Maria si ripete ogni qualvolta anche noi, come lei e come Cristo, diciamo il nostro «eccomi», permettendo a Dio di benedirci ed essere portatori della sua benedizione. Il nostro amen diventa il qui e l’oggi di Dio.  Con il nostro sì a Dio continuiamo a generare Cristo, a renderlo presente nella storia, a portarlo vicino ad ogni uomo.

Signore Gesù, che hai trovato dimora nel cuore puro e accogliente di Maria, rendi anche il mio pronto e disponibile ad ascoltare la tua parola e a lasciarmi fecondare da essa. Tu, che superando l’isolamento al quale ti relega una religione senza fede e un mondo senza amore, ti sei fatto vicino e solidale con ogni uomo rompi il muro della solitudine eretto dai miei egoismi e donami la tua benedizione. Aiutami ad andare oltre la paura e le ansie per il futuro. Oggi tu vieni a visitarmi e mi rendi partecipe del tuo progetto d’amore. Voglio dirti il mio sì, tremante e trepidante, ma pieno di fiducia e di speranza, perché nella tua volontà è la mia pace.