Operai della Parola – Santi Timoteo e Tito

Operai della Parola – Santi Timoteo e Tito

26 Gennaio 2022 0 Di Pasquale Giordano

Santi Timoteo e Tito

2Tm 1,1-8   Sal 95  

+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 10,1-9

La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai.

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.

Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.

In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.

Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Operai della Parola

Ogni eucaristia culmina con l’invio missionario: andate! L’esperienza cristiana oscilla tra lo stare con Gesù ed entrare in una intimità sempre più familiare con Lui, ascoltando la sua parola e nutrendosi del suo corpo, e uscire per andare verso i fratelli per portare la pace e preparare i cuori ad accoglie il dono dello Spirito Santo. La missione del cristiano, che pure è accompagnata da Dio, è preceduta ed è seguita dalla sua azione salvifica. I discepoli missionari sono inviati come operai in un campo già seminato. I destinatari dell’opera missionaria sono come le spighe di grano il cui seme è stato gettato nel terreno della storia. Il seme è la vita che Gesù ha donato spargendo il suo sangue ed effondendo lo Spirito dalla croce. Gli operai non sono padroni del campo ma servi del padrone della messe. Il padrone è uno solo perché uno è il Signore. La mission che Gesù dà ai discepoli li costituisce in comunità. Vanno a due a due perché si ricordi sempre di agire non per sé stessi o di propria iniziativa, ma perché portatori di un dono che non può essere gestito in proprio ma solo condiviso in fraternità. La comunione fraterna è la prima testimonianza del vangelo che si offre al mondo. La comunità dei due discepoli ricorda ad ogni famiglia, piccola chiesa domestica, che vivendo il comandamento dell’amore, puntando all’essenziale, praticando la mitezza, annuncia il vangelo e riflette in sé, come in un frammento di specchio, l’immensità dell’amore di Dio.

Signore Gesù, l’incontro con Te non si esaurisca un mero esercizio individualistico di pietà, ma generi in me il gioioso desiderio di condividere con gli altri fratelli la bellezza di amarti e seguirti. Donami fratelli e sorelle con i quali vivere nella Chiesa il vangelo in semplicità e purezza di cuore. Con lo sguardo rassicurante e accogliente, con i gesti di attenzione, con le opere di misericordia, con le parole che tu metti sulle mie labbra, possa accendere in chiunque incontri sulla mia strada il desiderio di conoscerti personalmente per intrattenere con Te una relazione stabile di amicizia.