Senza rinuncia non c’è dono – Santa Cecilia – Lunedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Senza rinuncia non c’è dono – Santa Cecilia – Lunedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

22 Novembre 2021 0 Di Pasquale Giordano

Santa Cecilia – Lunedì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Dn 1,1-6.8-20   Salmo da Dn 3  

+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 21,1-4

Vide una vedova povera, che gettava due monetine.

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.

Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».

Senza rinuncia non c’è dono

Gli occhi di Gesù si soffermano ad osservare una vedova povera la cui offerta sarebbe passata inosservata se lui non avesse attirato l’attenzione sul gesto dall’altissimo valore spirituale. Il silenzio, che accompagna la piccola oblazione della vedova, viene riempito dalla parola di Gesù che al contempo solleva il velo dell’anonimato e rivela il senso più intimo di quella offerta gradita più di quella fatta dai ricchi che rinunciano solo ad una piccola parte del loro superfluo. La riflessione di Gesù parte non dalla constatazione di quanto viene offerto, ma dal cogliere quello a cui si rinuncia. Il valore del gesto offertoriale è dato proprio da ciò a cui si rinuncia mettendo in luce la fede dell’offerente. Allora le proporzioni s’invertono. I ricchi pur dando tanto hanno rinunciato a poco, mentre la povera vedova rinunciando a tutto ha dato più di tutti. Gesù indica nell’obolo della vedova un grandissimo gesto di fede che è tale perché genera l’amore il cui valore non si misura sulla quantità delle cose che si fanno o si danno, ma su quanto si è disposti a rinunciare. Gesù rivela il valore autentico della donazione a partire da ciò che il dono rappresenta per chi lo offre. I ricchi offrono una parte del superfluo, mentre la vedova getta nel tesoro del tempio tutto quello che è a sua disposizione per vivere.

La vedova ha preso dalla dispensa vuota le due monetine, sufficienti appena per un pezzo di pane. Con il gesto di offrire a Dio quello che è umanamente indispensabile, la donna sta affermando davanti a Dio che Lui è il suo tutto. La fiducia in Dio di questa povera vedova è massima, perciò, nella sua miseria offre a Lui tutto quello che ha per vivere. È certa che Dio provvidente e generoso le darà tutto quello che le serve per vivere. Per la vedova, al contrario dei ricchi che confidano nella ricchezza, il necessario è l’amore inteso come dono totale di sé all’altro. Questa povera donna ha compreso che Dio è l’unico bene necessario per la sua vita, perciò, con il suo gesto silenzioso insegna la verità più grande: nella vita una cosa sola è necessaria, amare!

Signore Gesù, scrutatore del cuore degli uomini di cui conosci i pensieri più profondi, aiutami a sfuggire all’inganno dell’apparenza e a cogliere nel silenzio dei gesti ordinari della vita l’inestimabile valore dell’amore. Nell’umile offerta della vedova Tu leggi il senso ultimo dell’oblazione della tua vita sulla croce. Hai potuto darci tutto perché per amore hai rinunciato a tutto e nulla hai trattenuto per te. Il tuo Spirito alimenti in me la fiducia in Dio perché la paura non mortifichi la fede, non accechi la speranza e non inaridisca la gioia dei piccoli e grandi gesti d’amore.