La misericordia di Dio è la misura della carità fraterna – Giovedì della XXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Giovedì della XXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
Col 3,12-17 Sal 150
+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 6,27-38
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
La misericordia di Dio è la misura della carità fraterna
«A voi che mi ascoltate». Discepoli di Gesù sono coloro che lo ascoltano con lo spirito umile di chi sa di dover imparare non una lezione ma uno stile di vita dalla quale possa irradiarsi la bellezza propria di Dio. La santità di Dio non è la proiezione nel cielo dei sogni di gloria umana. Essa, invece, e l’anima del mondo che, se ne viene privata, si corrompe perché lasciata in balia di forze distruttive. Il male si alimenta con il pensiero giudicante e si diffonde con gesti e parole offensive. Il male deforma la realtà trasformando le persone in nemici, l’amore in odio, la benedizione in maledizione. C’è certamente una lotta che cristiano conduce, quella di sottrarsi alla logica commerciale che riduce le relazioni a scambio di favore, di disobbedire alla paura, di trasgredire le regole della vendetta e della ritorsione. Al contempo, il discepolo di Gesù impara ad ingaggiare la buona battaglia per la libertà, quella che sia apparenta con la responsabilità, che si coniuga con la gratuità, che si esprime con il linguaggio del rispetto, che coltiva la fraternità e cerca il dialogo con tutti. Gesù insegna ai suoi discepoli ad essere nel mondo l’anima che lo rende vivo, affluenti attraverso i quali la bontà di Dio raggiunge le rive più lontane dell’umanità e a fare del proprio bisogno di perdono la misura della misericordia donata ai fratelli.
Signore Gesù, tu non sei un simbolo né un ideale, ma sei Dio, fratello che si fa maestro, amico che si fa compagno e guida nella vita. Insegnami a prenderti in parola perché la salvezza che Tu offri non sia promessa utopistica ma storia vissuta. Aiutami a misurare i miei desideri in base alla tua volontà e ad alzare l’asticella del mio impegno nel mondo fino a raggiungere l’altezza della tua croce.