Giovanni è l’invito, Gesù è l’evento – Giovedì della II settimana di Avvento

Giovanni è l’invito, Gesù è l’evento – Giovedì della II settimana di Avvento

10 Dicembre 2020 0 Di Pasquale Giordano

Giovedì della II settimana di Avvento

Is 41,13-20   Sal 144 

+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,11-15)

Non ci fu uomo più grande di Giovanni Battista

In quel tempo, Gesù disse alle folle: 

«In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. 

Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. 

Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire. 

Chi ha orecchi, ascolti!».

Giovanni è l’invito, Gesù è l’evento

Gesù indica in Giovanni Battista un esempio di umanità pienamente realizzata, la cui vita è stata coronata dal martirio. Anche se agli occhi degli uomini la sua morte poteva sembrare una sconfitta e il fallimento delle speranze sue e dei suoi seguaci, in realtà è stata il segno profetico che ha sancito l’inizio della promessa di Dio. Nella sua estrema vulnerabilità egli è diventato il più piccolo del regno dei cieli, ma nell’ordine delle cose stabilito da Dio il più piccolo, “colui che rinasce dal cielo”, risulta essere più grande dell’uomo “nato da donna”, fosse anche un sapiente o un eroe. Il più grande nel regno dei cieli è colui che si fa il più piccolo tra gli uomini perché siano salvati. Giovanni Battista è spesso raffigurato nell’atto d’indicare in Gesù colui che bisogna seguire perché è il Messia promesso da Dio, l’unico Cristo e Salvatore. Coloro che lo guardano devono rivolgere lo sguardo a colui che indica, lui prepara, Gesù compie, lui annuncia il regno di Dio, Gesù dà inizio al regno dei cieli. Gesù invita i discepoli a riconoscere il valore della personalità del Battista alla luce della sua morte e risurrezione per non lasciarsi vincere dalla paura davanti alla persecuzione. L’ascolto attento e profondo della Parola di Dio aiuta ad avere uno sguardo che va oltre la morte violenta, destino comune al Battista e ai profeti che hanno preceduto Gesù, ai cristiani perseguitati perché fedeli al vangelo, riconoscendo in essi la vittoria di Cristo, il Crocifisso Risorto.

La prevaricazione dei violenti è un grande ostacolo al cammino di fede perché può scoraggiare, ma Gesù è accanto a chi è indifeso in questo mondo, che è il più grande nel regno dei cieli se rimarrà radicato nella fede.

La Parola cambia la vita

Ancora oggi tanti cristiani vengono perseguitati e uccisi a motivo della loro fede. Il loro martirio è seme che feconda il Regno di Dio. C’è anche un martirio culturale, incruento, che mette in discussione la visione evangelica della vita e il Magistero della Chiesa. Come ci poniamo di fronte a queste sfide?