Il dolce peso della Carità – Lunedì II settimana di Avvento

Il dolce peso della Carità – Lunedì II settimana di Avvento

7 Dicembre 2020 0 Di Pasquale Giordano

Lunedì II settimana di Avvento 

Is 35,1-10   Sal 84  

+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 5,17-26)

Oggi abbiamo visto cose prodigiose.

Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. 

Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. 

Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?». 

Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. 

Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».

Il dolce peso della Carità

La pagina del vangelo Luca ci mostra Gesù mentre insegna. Egli non è come gli altri maestri che ripetono parole altrui, il suo insegnamento è autorevole perché la sua parola realizza la liberazione che annuncia. Nella parola di Gesù c’è la potenza dello Spirito che guarisce, che libera dal male e restituisce dignità, tuttavia è realmente efficace solamente in chi coltiva il desiderio di incontrarlo e si mette in cammino percorrendo anche strade inedite. I barellieri sanno trovare la strada, superando tutti gli ostacoli per stare alla presenza di Gesù e permettere all’amico paralitico di incontrarlo. I farisei e i maestri della legge invece non si schiodano dalle loro posizioni, piuttosto cercano d’incasellare le parole di Gesù nei loro schemi. “Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati”: Gesù afferma una verità tanto chiara quanto dimenticata, che cioè Dio ama per primo e perdona. Questo è il cuore del suo insegnamento, questo è il vangelo che scalda il cuore e ridona la vita. Davanti alla potenza dell’amore, espressa dalle parole di Gesù, gli scribi e i farisei sobbalzano sulla sedia e iniziano a lapidarlo con giudizi pesanti. Pare di risentire le mormorazioni di tanti uomini e donne di chiesa, e non solo, che per salvare la dottrina lasciano che si perdano le persone. Inquietante è quella comunità ecclesiale o civile che non sa cogliere la fede nei suoi figli, cioè l’opera di Dio che precede quella degli uomini, riconoscere il valore della dignità umana di chi appare diverso. I discepoli devono chiedere a Gesù di avere il suo stesso sguardo di compassione per vedere il germoglio della grazia piantato da Dio nel cuore di ogni uomo, che richiede di essere coltivato con parole e gesti di fiducia, di incoraggiamento, di consolazione. Quando la Chiesa parla con le parole di Gesù, parole di speranza e carità, con stupore vede che la fede sboccia anche nelle persone aride e paralizzate che riprendono il cammino verso casa. 

La Parola cambia la vita

La grazia del perdono sacramentale rigenera e aiuta a riprendere il cammino sulla via del vangelo. Quanto spazio diamo nella nostra vita spirituale al sacramento della Riconciliazione? Come ci prepariamo a riceverlo?

Papa Francesco, spesso incompreso, insiste molto sull’essere comunità che accoglie e accompagna persone disorientate o che vivono in situazioni complesse, non conformi al vangelo. Come discepoli di Cristo siamo incamminati su questa via di apertura e accoglienza o siamo chiusi nei nostri schemi mentali al pari dei farisei?