Il segno della Croce e il senso dell’amore – Lunedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario

Il segno della Croce e il senso dell’amore – Lunedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario

11 Ottobre 2020 0 Di Pasquale Giordano

Lunedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Gal 4,22-24.26-27.31;5,1   Sal 112  

+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 11,29-32

Non sarà dato alcun segno a questa generazione, se non il segno di Giona.

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:

«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. 

Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. 

Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

Il segno della Croce e il senso dell’amore

Oggi, come al tempo di Gesù, ci piace evadere dalla normalità, esplorare ambiti non conosciuti e a noi misteriosi, ci emozionano i racconti di miracoli e ci stupiamo davanti ai prodigi che superano persino la nostra immaginazione, ricerchiamo i segni ma difficilmente andiamo più in profondità per giungere al senso attraverso il segno. 

Gesù ci offre l’unico segno che per noi abbia senso: il Segno della Croce. Nell’esperienza d’Israele il segno non è semplicemente un prodigio, ma è un evento che trasmette qualcosa di Dio all’uomo. La predicazione di Giona aveva attivato nei Niniviti un processo di conversione, un cambiamento del cuore per cui da ribelli e indifferenti a Dio diventano figli obbedienti anche se continuano ad appartenere al loro popolo, a parlare la loro lingua a vivere la propria cultura. Il cambiamento non avviene esteriormente, ma interiormente. Convertirsi non significa innanzitutto cambiare religione ma vivere genuinamente da uomini lì dove ci si trova e nella condizione che si vive. 

Per noi cristiani fare e farsi il segno della croce è indice di benedizione. Attraverso il segno della croce viene trasmessa la grazia di Dio, la potenza dell’amore del Signore, che ci fa santi. Nel segno della croce scopriamo il senso della vita che risiede nel dono di sé per amore. Il segno della croce prima che un gesto è un modo di essere nel mondo. Siamo chiamati ad essere segno del Crocifisso, cioè a fare della nostra vita, conformata a quella di Gesù, il segno attraverso cui passa nel mondo che abitiamo il senso, la ragione, la sostanza dell’amore di Dio.

 Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!