La guarigione del cuore è provare il piacere della Misericordia – SAN MATTEO

La guarigione del cuore è provare il piacere della Misericordia – SAN MATTEO

21 Settembre 2020 0 Di Pasquale Giordano

SAN MATTEO

Ef 4,1-7.11-13   Sal 18   

+ Dal Vangelo secondo Matteo Mt 9,9-13

Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.

In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.

Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 

Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

La guarigione del cuore è provare il piacere della Misericordia

Lo sguardo di Gesù non inchioda il peccatore, ma veicola la luce della verità che viene da Dio. Matteo, come mostra bene il quadro del Caravaggio conservato a Roma nella chiesa di san Luigi dei Francesi, incontra la luce che entra nella sua vita buia condotta dietro il banco delle imposte. All’esattore, abituato a riscuotere denaro, Gesù propone di seguirlo sulla via del discepolato per imparare cosa voglia dire: «Misericordia voglio, non sacrifici». 

C’è un modo di vivere la fede che lega l’amore ai sacrifici intesi come rinuncia, privazione, negazione della possibilità di provare piacere. I farisei si meravigliano del fatto che Gesù s’intrattenga con i pubblicani e i peccatori condividendo con loro il piacere del mangiare. La fede di quelli che si scandalizzano di questo è malata, ma essi non lo riconoscono. Anche la fede di Matteo era malata perché la fiducia riposta nelle ricchezze non gli permetteva di crescere umanamente ma rimaneva fermo all’identità di pubblicato, e quindi di peccatore, che gli altri gli avevano affibbiato. Gesù vede innanzitutto l’uomo e l’invito che rivolge a Matteo mira essenzialmente a liberarlo dagli schemi rigidi del pregiudizio, dai legami malati con le ricchezze per fargli recuperare il piacere di vivere da vero uomo, semplicemente uomo, autenticamente uomo, capace di misericordia.

La guarigione che Gesù opera in coloro che lo seguono fino alla croce consiste nel recuperare il piacere della misericordia, cioè dell’amore fraterno che si traduce in comunione. La fede, sanata dall’incontro con Gesù, porta l’uomo a desiderare sempre di più il contatto con Lui, perché solo la sua Parola sazia, solo la sua Presenza consola, solo il suo esempio guida, solo la comunione con Lui e con i fratelli giustifica la rinuncia al male e l’adesione libera e consapevole al suo progetto di vita.

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!