La curiosità è la porta di accesso della fede all’incontro con Gesù – Venerdì della XXII settimana del Tempo Ordinario

La curiosità è la porta di accesso della fede all’incontro con Gesù – Venerdì della XXII settimana del Tempo Ordinario

4 Settembre 2020 0 Di Pasquale Giordano

Venerdì della XXII settimana del Tempo Ordinario(Anno pari)

1Cor 4,1-5   Sal 36  

+ Dal Vangelo secondo Luca Lc 5,33-39

Quando lo sposo sarà loro tolto, allora in quei giorni digiuneranno.

In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere; così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». 

Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno». 

Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».

La curiosità è la porta di accesso della fede all’incontro con Gesù

La comunità che si costituisce attorno a Gesù si distingue subito per una caratteristica: la gioia. Non si tratta di un’allegra brigata scanzonata, come vorrebbero far credere i farisei più seriosi, ma di una comunità in festa. È tale perché con Gesù si condivide il cibo in fraternità, come avviene ad un banchetto di nozze. In Medioriente sono famose queste feste di matrimonio che durano giorni e che sono aperte a tutti. Questa immagine ci ricorda che la fede è esperienza gioiosa con il Signore, lo Sposo, che si unisce a noi donando la sua vita. La fede prima che essere apprendimento è esperienza di gusto: «Gustate e vedete quanto è buono il Signore». Stare con il Signore, condividere con Lui la Parola e la sua stessa vita contenuta nel Pane eucaristico, non è un dovere, ma un invito a partecipare della gioia di Dio.

Alla festa di nozze con lo sposo, chiaro richiamo all’alleanza che unisce Dio al suo popolo, si è chiamati a partecipare col vestito nuovo, non con quello vecchio e consumato. La festa richiede di accogliere la veste nuova data dallo Sposo e indossarla così com’è senza pretendere di adattare la propria veste aggiungendo qualche brandello tagliato da quella nuova. Così, chi dirige la festa non può aggiungere il vino nuovo in otri vecchi. Dunque, si partecipa alla festa dell’incontro col Signore deponendo abitudini vecchie che non suscitano più alcun entusiasmo per lasciarci rivestire dalla forza dello Spirito. Se vogliamo essere gioiosi dobbiamo rinunciare alla vita intesa come dovere e cogliere in ciò che ci viene offerto un’occasione di rinnovamento.

Questo stile di vita nuovo, fatto di condivisione di tutto in semplicità, è la prima forma di evangelizzazione della Chiesa. Infatti, evangelizzare non significa innanzitutto proclamare a parole o istruire con sofisticati ragionamenti ma fare qualcosa che susciti la domanda: «perché?». La fede si diffonde non per proselitismo ma per attrazione cioè, potremmo dire senza banalizzare, per curiosità. La comunione fraterna ha in sé una forza provocatoria che induce a porsi delle domande. Il primo annuncio è dato dallo stile di vita. Ad esso segue la catechesi che permette di iniziare a dare risposte alle domande di senso che l’uomo si pone e rivolge a Dio. La pedagogia di Dio attribuisce il primato alla testimonianza; tale esperienza diventa terreno sul quale instaurare una relazione dialogica. 

Gesù ci invita ad essere otri che accolgono il vino nuovo del vangelo e lo custodiscono perché, maturando diventi gradevole. La metafora descrive il processo di maturazione della fede in ciascuno di noi. Si inizia dall’accoglienza del vangelo che, per così dire, fermenta dentro di noi e si traduce in opere di misericordia. L’amore, offerto attraverso i gesti di misericordia, non è un vino che inebria e inorgoglisce, che dà alla testa ma, essendo “maturo”, rallegra il cuore.

Auguro una serena giornata e vi benedico di cuore!