Lasciare qualcosa per Dio per lasciarsi andare in Dio- SAN BENEDETTO

Lasciare qualcosa per Dio per lasciarsi andare in Dio- SAN BENEDETTO

11 Luglio 2020 0 Di Pasquale Giordano

SAN BENEDETTO

Pr 2,1-9   Sal 33  

+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 19,27-29)

Voi che mi avete seguito, riceverete cento volte tanto.

In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». 

E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».

Lasciare qualcosa per Dio per lasciarsi andare in Dio

Ci sono momenti nei quali la domanda di Pietro è necessario che venga fatta: perché seguo Gesù? Cosa voglio ottenere, verso quale orizzonte mi sto muovendo? Questo interrogativo rimette salutarmente in discussione le motivazioni di una scelta per aiutare a definire meglio le sue finalità. Pietro, a nome di tutto il gruppo, domanda a Gesù dove li sta conducendo. La sua risposta accenna a troni e al giudizio. Dopo la Pasqua è chiaro che il trono della gloria è la croce dalla quale egli giudica il mondo. Il giudizio non è da intendere come una sentenza di assoluzione o di condanna, o esercizio del potere di vita o di morte, ma come azione di governo attraverso il quale aiutare gli uomini a raggiungere l’obbiettivo finale della vita. La meta verso cui tutti siamo chiamati, e sulla quale misurare il successo o il fallimento di questa vita, è la vita eterna, cioè vivere a modo di Dio nella comunione. 

Nella logica del nuovo regno inaugurato da Cristo giudicare non significa inchiodare alle proprie responsabilità i peccatori, ma liberarli dai vincoli del peccato per renderli liberi di camminare sulla via nuova dell’amore dietro Gesù. Questa vita nuova, che chiamiamo anche vita eterna, è il risultato della scelta non solo di lasciare qualcosa per seguire Gesù, ma anche di lasciarsi andare, cioè donare con gioia la propria vita per fruttificare. 

L’immagine del chicco di grano che, caduto in terra deve morire per portare frutto, rivela il fine e il compimento del cammino dei discepoli dietro Gesù. Ogni persona, benché piccola come un chicco di grano, da sola non può far nulla. Il suo potenziale vitale fruttifica, fino a centuplicarsi, allorquando il lasciare le proprie sicurezze diventa il lasciarsi andare, il consegnarsi nelle mani di Dio con speranza. Ciò a cui rinunciamo per amore e sembra perduto ci viene restituito dalla grazia di Dio moltiplicato. La gioia con la quale compiamo i nostri sacrifici in questa vita terrena è anticipazione e profezia della vita eterna in cui si gode la gioia immensa dell’amicizia di Dio e dei santi. 

La carità è lasciare la presa delle cose che appartengono alla terra per prendersi cura di coloro che appartengono al cielo e così con loro lasciarsi andare all’abbraccio di Dio e così essere introdotti nelle realtà celesti. 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!