Chi ama vive, per sempre – II DOMENICA DOPO NATALE

Chi ama vive, per sempre – II DOMENICA DOPO NATALE

5 Gennaio 2020 Off Di Pasquale Giordano

II DOMENICA DOPO NATALE

Sir 24,1-4.12-16   Sal 147   Ef 1,3-6.15-18   

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,1-5.9-14):

Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

Egli era, in principio, presso Dio:

tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

Chi ama vive, per sempre

Perché un evento possa segnare la nostra vita occorre passare dal fatto storico al significato che porta in sé. Nei vangeli di Natale si è molto puntato sul segno, indicato dagli interventi degli angeli, del bambino nella mangiatoia. Ora siamo invitati a passare dal segno al suo significato, dal fatto al suo senso nel quale risiede la ragione d’essere di ciò che è accaduto. 

Ogni evento storico, in parole o in azione, è originato sempre da una realtà che si può cogliere solo con il cuore, inteso non tanto come la sede del sentimento ma del ragionamento. 

La parola dell’angelo rivela l’intervento di Dio: «Non temere Giuseppe, quello che è generato in lei (Maria) viene da Spirito Santo»; «Lo Spirito Santo scenderà su di te e ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà da te sarà santo e chiamato Figlio dell’Altissimo»; «Oggi è nato per voi un Salvatore che è Cristo Signore». 

L’evangelista Giovanni non ha il racconto della nascita di Gesù, ma a partire dall’evento del Natale egli risale con lo sguardo del cuore al suo principio. L’inno del prologo offre, per quanto è possibile all’uomo, una risposta alla domanda del cuore che cerca il perché dell’evento per il quale Dio diventa uomo. In definitiva la domanda è: quale è la ragione del fatto che Dio si è fatto uomo? L’incarnazione di Dio in Gesù cosa mi rivela dell’identità di Dio? Quale significato ha per la mia vita? 

Ragione della mente coglie il nesso di causa ed effetto tra le realtà che ricadono sotto i cinque sensi. Isaac Newton vedendo cadere la mela dall’albero si domandò il perché il movimento della mela è verso il basso e non verso l’alto. Attraverso la riflessione e le sperimentazioni arrivò alla conclusione che esiste una forza gravitazionale esercitata dalla massa della terra. Con la ragione si scoprono le leggi della natura e il nesso tra gli eventi osservabili. 

La ragione del cuore non si ferma alla fisica, cioè a ciò che è conoscibile attraverso i cinque sensi, ma cerca di andare oltre i suoi confini per raggiungere ciò è al principio, ciò che è fondamentale perché è la sorgente di tutto. Il cuore cerca il senso ultimo della vita, o meglio diremmo, la ragione prima di ogni cosa. L’uomo nel viaggio alla ricerca del mistero, cioè del progetto, della sua vita trova in Gesù colui che lo rivela e lo accompagna nella fatica di realizzarlo. Perciò il Concilio Vaticano II si esprime in questi termini: «Solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo» (GS 22). 

L’uomo non è fatto solo di bisogni fisiologici da soddisfare perché la vita non è solo biologia, ma la vita dell’uomo è teologia, cioè realtà divina. Gesù «illumina gli occhi del cuore» per poter accogliere la benedizione di Dio che «ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi». La benedizione di Dio non è materiale ma è celeste. Dio ci benedice non solo donandoci i beni della terra, ma il bene per eccellenza che è Suo Figlio in cui è la Vita. Al principio c’è la bontà di Dio che ci benedice e ci sceglie per essere suoi figli. Dio non è buono verso l’uomo perché l’uomo è buono, al contrario l’uomo può diventare buono perché Dio è buono e lo benedice donandogli la vita.

La Vita di Dio è il suo modo di essere e di esistere. La Vita di Dio è essere per l’altro come dono gratuito. Questo è l’Amore! L’Amore è il modo di vivere di Dio e che viene donato all’uomo attraverso Gesù. 

Credere in Gesù non significa aderire ad una ideologia, ma accogliere la Vita di Dio nella propria vita, farlo abitare nella propria esistenza fatta di relazioni personali e di scelte quotidiane. Colui che crede viene rigenerato da Dio come figlio Suo. 

Nel battesimo Dio continua ad incarnarsi e ad abitare in mezzo a noi per unirsi all’uomo. In questa intimità domestica avviene ancora quello scambio per il quale Dio Creatore si fa creatura, l’Onnipotente si fa limitato e dipendente, il Legislatore si sottopone alla legge, compresa quella della morte. Al contempo alla creatura è donata il bene più prezioso, la vita eterna. Il battezzato inizia il suo percorso di vita attraverso il quale, con l’aiuto dei genitori e della comunità cristiana, impara ad amare Dio e il prossimo e quindi a vivere da Figlio di Dio. 

La vita di fede è quella descritta da san Paolo: « … affinché io viva per Dio … sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato sé stesso per me» (Gal 2, 19-20). Nel battesimo Dio si unisce a noi perché, con un atto di amore ci sceglie come sua dimora per entrare in intimità familiare con noi. Dio non solo si unisce a noi ma dona la sua vita attraverso Gesù crocifisso. Per amore Dio si unisce all’uomo e condivide la casa tra gli uomini e per amore si dona all’uomo fino alla morte di croce. Così, colui che accoglie in sé Gesù e si unisce al suo sacrificio di amore, vive la sua stessa vita perché lo fa vivere in sé. Gesù vivo in noi ci permette di vivere veramente e donare la nostra vita per amore fino alla morte. Con Gesù anche l’enigma della morte, che è l’ostacolo principale alla fede, viene illuminato. Chi permette a Gesù di vivere in lui diviene capace di un amore grande come quello di Dio per noi. Chi ama vive, per sempre!  

Auguro a tutti una serena domenica e vi benedico di cuore!

Il Verbo si è fatto carne e ha abitato in mezzo a noi