Il carisma della sintesi per la sinfonia dei ministeri – Sabato II settimana di Pasqua

Il carisma della sintesi per la sinfonia dei ministeri – Sabato II settimana di Pasqua

14 Aprile 2018 Off Di Pasquale Giordano

Il carisma della sintesi per la sinfonia dei ministeri – Sabato II settimana di Pasqua

 

Dagli Atti degli Apostoli (6, 1-7)

 

In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove.

Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola».

Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani.

E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede.

 

La comunità cristiana sin dal principio è stata caratterizzata dal fatto di essere cattolica, cioè avere un respiro universale perché composta da persone provenienti da varie realtà linguistiche, culturali e tradizionali. Nella stessa Gerusalemme erano presenti sia giudei indigeni e che dunque parlavano l’ebraico (aramaico), sia quelli che provenivano dalla “diaspora”, cioè da altri paesi che erano accomunati dal fatto di parlare il greco koiné, che sarebbe l’inglese dell’epoca, cioè la lingua parlata soprattutto per gli scambi commerciali. Tuttavia, come spesso succede, le differenze sono anche motivo d’incomprensione e di contrasto. In questo caso il malcontento che serpeggia nella comunità viene recepito dagli apostoli che non fanno orecchio da mercante e non si sentono attaccati nella loro autorità, ma colgono il problema e l’affrontano. C’è l’urgenza di offrire la stessa cura che si garantisce alle vedove della comunità di lingua ebraica, anche a quelle provenienti dalla diaspora; tuttavia c’è anche la necessità di essere fedele alla propria missione originaria di essere servi della Parola nella predicazione la cui finalità è quella di generare in chi accoglie la Parola lo spirito del servizio all’uomo più fragile. Nella misura in cui ci si fa nutrire dalla Parola di Dio, si può vivere la propria vita come un dono nutriente per l’altro. E ancora, nella misura in cui si è a servizio di Dio si è anche a servizio dell’uomo. Gli apostoli diversificando i ministeri non compiono semplicemente un’operazione di organizzazione interna, ma compongono le diversità di servizio all’uomo nell’unità dell’obbedienza della fede a Dio. Gli apostoli, come ogni capo o responsabile di una comunità, non può pretendere di avere la sintesi dei carismi, ma invoca lo Spirito Santo per comporre con la sintesi della Carità e nella sinfonia della Comunione la diversità dei carismi e dei servizi presenti nella Chiesa.

Vi auguro una serena giornata e vi benedico di cuore!