“Chi è costui?”- Giovedì della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

“Chi è costui?”- Giovedì della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

26 Settembre 2019 Off Di Pasquale Giordano

“Chi è costui?” – Giovedì della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Ag 1,1-8   Sal 149   

+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,7-9)

Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?

In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». 

Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

Erode, da buon governante, ascolta gli umori e i ragionamenti del popolo. L’eco del fenomeno Gesù arrivano fino al palazzo del re. La gente, che aveva conosciuto Giovanni il Battista ed era rimasta scossa dalla sua predicazione, anche dopo la sua morte portava nel cuore il desiderio di riscatto e rinnovamento. Il Battista aveva riacceso la speranza nel popolo che non si era spenta con la sua morte. L’onda d’urto della predicazione di Giovanni sembrava continuare ancora con forza nell’attività missionaria di Gesù e dei suoi discepoli.

A differenza del Battista che rimaneva nel deserto, il nuovo movimento è itinerante, sicché la gente non solo veniva a conoscenza di Gesù attraverso il sentito dire, ma per esperienza diretta. Soprattutto i villaggi di periferia erano visitati e toccati dalla grazia. 

Sebbene la novità di Gesù fosse colta dalla gente del popolo secondo le categorie del passato, per cui in lui sembra essere passato lo spirito del Battista o di Elia o di uno dei profeti, Erode s’interroga sulla vera identità del Galileo. Erode non crede nella risurrezione perché non può accettare di essere subordinato ad uno superiore a lui che ha veramente il potere della vita e della morte.

La forza del Battista risiedeva nella sua voce potente portatrice dell’appello di Dio alla conversione per accogliere il Messia veniente. Anche se la voce del messaggero è stata messa a tacere si elevano quelle che rispondono con la lode alla Parola di Dio. Nel linguaggio biblico la parola non è solamente quella che esce dalla bocca ma è anche il fatto che eloquentemente comunica la presenza di Dio in mezzo agli uomini. 

Il Cristo preannunciato dai profeti e dal Battista è arrivato, ma non come la gente se lo aspettava. Tra le varie utopie messianiche c’era quella meno ricordata: il messia sofferente. 

Dio viene a visitare il suo popolo non con ira ma con misericordia. Accettare e aprirsi al Suo modo di manifestarsi non è facile. Erode cercava di vedere Gesù come se fosse uno spettacolo da non perdere. Alla fine lo vedrà, ma non lo riconoscerà per quello che è e lo disprezzerà. 

Preparare l’incontro con Gesù significa purificare il cuore da ogni attesa o desiderio la cui realizzazione non dipende da Dio ma da noi. Egli viene non per accontentarci ma per renderci felici nell’amore che si fa servizio ai fratelli!

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!