Tradire è anteporre i beni al Bene

Tradire è anteporre i beni al Bene

17 Aprile 2019 Off Di Pasquale Giordano

Tradire è anteporre i beni al Bene – Mercoledì della Settimana Santa

Is 50,4-9  Sal 68  

+ Dal Vangelo secondo Matteo(Mt 26,14-25)

Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!

 

In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.

Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.

Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

L’attaccamento al denaro è origine di tutti i mali (1Tm 6,10), così l’Apostolo Paolo mette in guardia dai danni, a volte irreparabili, causati dall’avidità. Giuda è un monito per ciascuno a riconoscere l’inganno che si nasconde sotto l’apparente ricerca del benessere. Il possesso dei beni materiali può essere assolutizzato a tal punto da passare dal bisogno di denaro per usarlo, all’essere dipendenti dei soldi da cui si fa dipendere il valore della vita stessa. Il tradimento è anteporre i soldi, con quelle cose che con essi si potrebbero realizzare, a Dio e alle persone. Non è infrequente, per esempio, che si rinunci al dono (in quanto tale gratuito) del sacramento, perché non si hanno i soldi per fare la festa; ancora più drammatica è la situazione in cui si rinuncia a far nascere un bambino perché non ci sono le condizioni economiche; per non parlare dei conflitti che nascono a causa del denaro e sono alimentati da invidie e gelosie. Il tradimento della fiducia, prima ancora di arrecare danno a colui che ne è vittima, è una ferita, che rischia di essere mortale, nell’artefice. Amare i beni materiali (anche quelli necessari per vivere), più delle persone, preferire trattenere per sé, piuttosto che condividere o anche cedere, rende ciechi perché non fa vedere oltre i propri bisogni o desideri. Tale tipo di cecità chiude ogni via di vera e sana comunicazione per cui gli appelli a rendersi conto degli effetti disastrosi dell’attaccamento al denaro, cadono nel vuoto. Lasciar perdere le occasioni della riconciliazione con Dio e con i fratelli, significa scivolare sul pendio che porta sempre più giù, fino alla perdizione. Quello che ci deve far paura non è tanto l’umana debolezza che ci spinge a sbagliare, quanto il processo corruttivo dell’anima che, se non è curato dalla grazia di Dio, conduce su una via di non ritorno.

 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!