Feriti dagli uomini mercenari, sanati dal Pastore buono

Feriti dagli uomini mercenari, sanati dal Pastore buono

13 Aprile 2019 Off Di Pasquale Giordano

Feriti dagli uomini mercenari, sanati dal Pastore buono – Sabato della V settimana di Quaresima

Ez 37,21-28   Ger 31,10-13  

+ Dal Vangelo secondo Giovanni(Gv 11,45-56)

Per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi.

 

In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.

Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione».

Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.

Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli.

Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».

L’ultimo segno compiuto da Gesù, che aveva fatto risorgere Lazzaro dai morti, fa traboccare il vaso della paura. I giudei, che si erano adattati alla politica dei romani che fondavano la loro autorità sul terrore, temono che Gesù possa catalizzare attorno a sé una forza tale da far intervenire militarmente lo straniero rompendo gli equilibri, peraltro già precari. La risurrezione di Lazzaro era la dimostrazione del potere di Gesù, ma invece di suscitare l’adesione della fede, provoca nei collusi col regime una preoccupazione molto forte fino al punto di progettare l’eliminazione fisica. Caifa profetizza annunciando il piano di Dio. Benché stia pensando all’assassinio di Gesù, tuttavia le sue parole rivelano il piano di Dio che si realizza non nonostante, ma attraverso le righe storte dei complotti e delle ingiustizie. Quello che può sembrare un ragionamento dettato dal puro calcolo politico, in realtà nasconde il segreto della volontà di Dio che, come pastore del suo gregge, se ne prende cura recuperando le pecore perdute. Questa pagina del vangelo rivela che Dio è il vero pastore della Chiesa che agisce attraverso anche i suoi ministri peccatori. La misericordia di Dio non toglie nulla alla responsabilità colpevole di chi si macchia di orrendi reati che causano ferite profonde. Tuttavia le vittime dell’ingiustizia, guardando Gesù crocifisso, possono ritrovare speranza e fiducia. Infatti solo in Lui coloro che sono stati feriti dalla malvagità dei pastori mercenari, posso ritrovarsi uniti nell’abbraccio di Dio e rinascere come Lazzaro.

 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!