La roccia dell’Amore e i sassi del rancore

La roccia dell’Amore e i sassi del rancore

7 Aprile 2019 Off Di Pasquale Giordano

La roccia dell’Amore e i sassi del rancore – V DOMENICA DI QUARESIMA(ANNO C)

Is 43,16-21  Sal 125   Fil 3,8-14  

+ Dal Vangelo secondo Giovanni(Gv 8,1-11)

Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei.

 

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.

Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.

Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.

Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Dopo aver declinato domenica scorsa il tema dell’amore attraverso la relazione tra il padre e i due figli, oggi lo stesso tema è presentato sotto il profilo della relazione nunziale. La calma del tempio, che agevola l’ascolto dell’insegnamento di Gesù, viene bruscamente interrotto da un manipolo di persone che irrompono facendosi spazio tra la gente e conducendo con sé a strattoni una donna colta in adulterio. Sembra essere in un tribunale nel quale Gesù è chiamato a fungere da giudice. In realtà l’accusato è Gesù al quale in pratica è chiesto di dichiararsi colpevole dello stesso reato imputato alla donna. Nella tradizione biblica l’adulterio è anche il simbolo del peccato con il quale s’infrange il rapporto di alleanza nuziale con Dio. Gesù è accusato di essere un traditore della legge che pretende di essere superiore al profeta Mosè. La reazione di Gesù è descritta attraverso il gesto di chinare il capo (infatti era già seduto) e scrivere per terra col dito, particolare che richiama l’alleanza vergata col dito di Dio sulle tavole di pietra e consegnate a Mosè. L’alleanza del Sinai segna il matrimonio tra Dio e il suo popolo; si tratta di un’alleanza non tra pari, ma a tutto vantaggio del popolo che è la sposa resa bella e pura dal suo sposo. Il rapporto nuziale stabilito con Dio è per la vita e la felicità del popolo. Dunque la legge è data da Dio per la vita, non per la morte. Venir meno alla fedeltà verso Dio è non di meno un peccato mortale perché è una scelta che porta alla morte, in quanto rifiuto della vita che dona lo Sposo. La legge è data non per i perfetti ma per i peccatori per renderli giusti, tuttavia non è la legge che dà la vita, come essa non può neanche condannare.

Lanciare la pietra per uccidere è un atto autolesionista. Condannare a morte una persona significa autocondannarsi a morte. Giudicare e condannare gli altri porta all’autocondanna. Bisogna osservare la legge non per paura di essere condannati, ma per desiderio di vivere felici sapendo di essere amati e amando.

Il perdono non è cancellazione della colpa, ma è innanzitutto rinuncia a condannare e, in positivo, invito alla riconciliazione, alla comunione. In questo senso Gesù “fa una cosa nuova” (I lettura) perché rivela il volto di Dio Sposo fedele della sua amata sposa. Davanti al peccato, all’adulterio dell’uomo, Dio apre una strada nuova per il ritorno e offre una possibilità di vita. La donna non ha dato segni di pentimento tale da indurre a sospendere l’esecuzione. La condanna non è rimandata, ma è annullata. Gesù con la sua morte ha annullato la condanna della morte e ci ha liberati dal peccato per farci creature nuove. Alla donna Gesù dice di non peccare più, cioè di non farsi scivolare addosso l’amore di Dio, ma di lasciarsi conformare a Lui (II lettura), il Cristo-Sposo.

 

Auguro a tutti una serena domenica e vi benedico di cuore!