Il Regno di Dio è far vivere la Parola nei piccoli e grandi sì all’Amore

Il Regno di Dio è far vivere la Parola nei piccoli e grandi sì all’Amore

31 Gennaio 2019 Off Di Pasquale Giordano

Il Regno di Dio è far vivere la Parola nei piccoli e grandi sì all’Amore – Venerdì della III settimana del Tempo Ordinario(Anno dispari)

Eb 10,32-39  Sal 36  

+ Dal Vangelo secondo Marco(Mc 4,26-34)

L’uomo getta il seme e dorme; il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa.

 

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».

Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».

Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

L’evangelista Marco ha già riportato nel primo capitolo il messaggio centrale della predicazione evangelica di Gesù: il Regno di Dio si è fatto prossimo. Gesù sta annunciando una grande novità: non è l’uomo che prende l’iniziativa di raggiungere Dio, ma è il Signore che viene verso l’uomo, gli si fa vicino, lo chiama all’amicizia con Lui. L’iniziativa di Dio si sperimenta quando Gesù entra nella vita di ogni uomo e gli parla come aveva fatto con gli apostoli. Il Maestro aveva spiegato ai suoi discepoli che l’immagine del seminatore e del seme andava applicata alla Parola di Dio che è offerta a tutti, perché tutti sono chiamati all’amicizia con Lui. Il terreno è l’uomo che ascolta la Parla di Dio e permette che essa maturi. L’accento è posto sull’energia dinamica che appartiene alla Parola come quella del seme. Il senso del seme è iscritto già in sé e si manifesta col tempo. Il Regno di Dio non è dunque solo Dio che regna, o detto in altri termini, Dio che agisce, ma è anche l’uomo che ascolta la Parola di Dio, il terreno nel quale si manifesta Dio per quello che è. Ogni cristiano che frequenta Dio e si intrattiene con Lui, gradualmente vede maturare e crescere in lui la conoscenza e l’amicizia con Dio fino a diventare fruttuosa. L’amore dunque ha bisogno dei suoi tempi di maturazione perché si realizzi e si manifesti per quello che è. Se si vuole seminare e raccogliere qualcosa dobbiamo dare al tempo il suo valore, ma è necessario sottrarci dalla tentazione di vedere subito i frutti. Questo soprattutto perché solo compiendo il processo di maturazione si può comprendere di quale specie di seme si tratta. Il tempo rivela il tipo di seme ovvero il tipo di relazione. Arriva il tempo della mietitura, cioè il tempo del giudizio e delle scelte vocazionali. Gesù invita dunque a vivere a pieno il tempo affinché la parola di Dio possa gradualmente guidarci nelle scelte che segnano la nostra esistenza e determinano il nostro stato di vita. La seconda parabola è un invito alla perseveranza nel tempo della crescita. Chi rimane fedele nelle piccole cose diventa capace di fare grandi cose. Chi quotidianamente coltiva nel piccolo la relazione con il Signore ascoltando tutti i giorni i piccoli semi della Parola, diventa grande nel Regno di Dio. Il discepolo di Gesù che accoglie e fa crescere la Parola di Dio diventa egli stesso Regno di Dio che si manifesta attraverso le sue scelte di vita.

 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!