Coltivare l’amicizia con Dio per crescere in umanità

Coltivare l’amicizia con Dio per crescere in umanità

29 Gennaio 2019 Off Di Pasquale Giordano

 

Coltivare l’amicizia con Dio per crescere in umanità – Mercoledì della III settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Eb 10,11-18   Sal 109

+ Dal Vangelo secondo Marco (Mc 4,1-20)

Il seminatore uscì a seminare.

 

In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva.

Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».

Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato».

E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».

 

 

La parabola che Gesù racconta traduce in immagine quello che dice la Lettera agli Ebrei: “Dio che tante volte e in diversi modi ha parlato agli uomini, ora finalmente ha parlato per mezzo del Figlio”. Cosa ne è della Parola di Dio sparsa a piene mani? Cosa ne facciamo del dono di Dio che si offre tutto a tutti in Gesù? Un’altra domanda s’impone: come mai la Parola di Dio sembra non realizzarsi? Gesù sembra affermare con la parabola che Dio offre la sua amicizia a tutti, ma essa si realizza veramente nella misura in cui essa viene coltivata come un seme, perché la Parola di Dio non è una cosa o un concetto, ma una realtà viva. Sicché come il seminatore sparge il seme, così Dio chiama tutti ad una relazione di amore con Lui; con il battesimo è seminato il dono della Vita eterna, il germe dello Spirito Santo che ci rende figli di Dio.

Chi ha orecchi, ascolti! Se Dio ci dona la capacità di relazione (siamo creati avendo una cassetta degli attrezzi per comunicare) è vero anche che tale capacità deve maturare in competenza relazionale, quindi competenza ad amare. Chi ha cura di coltivare la sua relazione con Dio, rimanendo in contatto con Lui, matura umanamente e spiritualmente nella relazione personale e nella comunicazione dei beni spirituali che si chiama comunione. Tuttavia questo processo di crescita potrebbe bloccarsi quando tale relazione con Dio non è custodita o è abbandonata e lasciata a se stessa. Ancora, quando la relazione è impostata sul piacere o il benessere psico-fisico, quando cioè ci si ferma alla sola emozione piacevole ricercata o avvertita; per cui quando le prove della vita mettono in crisi questa impalcatura fragile, la relazione finisce. La relazione con Dio e con gli altri deve gradualmente scendere in profondità, coinvolgere l’intelligenza e la volontà, in modo che la radice sia profonda. Ma quando ci si lascia prendere dalle urgenze le persone passano al secondo posto.

La Parola di Dio permette all’uomo di prendersi cura di sé per essere generativi e fruttuosi e realizzare la prima benedizione: siate fecondi!

 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore da Fatima!