Gesù l’esegeta del Padre

Gesù l’esegeta del Padre

4 Gennaio 2019 Off Di Pasquale Giordano

Gesù l’esegeta del Padre – Feria propria del 5 Gennaio

1Gv 3,11-21   Sal 99

 

+ Dal Vangelo secondo Giovanni(Gv 1,43-51)

Tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele.

 

In quel tempo, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro.

Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaèle gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».

Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».

Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

Il primo capitolo del vangelo secondo Giovanni, dopo il prologo propone quattro scene che si collocano in quattro giorni diversi, infatti il passaggio da una scena all’altra e introdotta con l’espressione: il giorno dopo (vv. 29.35.43). Nelle prime due Giovanni Battista offre la sua testimonianza distogliendo l’attenzione da sé per indirizzarla verso Gesù. Nelle altre scene è descritto l’incontro di Gesù con i primi cinque discepoli attraverso un passa parola. La testimonianza del Battista permette l’incontro di Gesù con i primi due discepoli; Andrea, uno dei due porta a Gesù suo fratello Simone a cui cambia il nome in Cefa, Pietro. Nella pagina del vangelo di oggi vediamo invece che Gesù, trasferendosi in Galilea, va a Betsaida, sul lago di Tiberiade, paese di cui erano originari i fratelli Andrea e Simone, e aggrega Filippo, loro conoscente e paesano. Quest’ultimo invita Natanaele che, dopo un primo tentennamento dovuto ad un pregiudizio circa il villaggio di Nazaret, accetta d’incontrarlo. L’evangelista Giovanni specifica i paesi di origine dei primi discepoli e di Gesù specifica anche il nome del papà. È evidente l’insistenza sul tema dell’origine, la casa paterna e la patria. Si legge tra le righe un’insistenza sul tema della paternità come origine. Il fatto di essere tutti della Galilea evidenzia che la nuova comunità, creatasi attorno a Gesù, è distante dal centro di potere di Gerusalemme che si era preoccupata solamente di informarsi su chi fosse veramente il Battista, ma senza lasciarsi coinvolgere dal suo annuncio. Invece i primi discepoli, pur essendo ebrei marginali perché della periferia, si dimostrano più sensibili all’annuncio perché più vivo era in loro il desiderio di novità. Coloro che sono più vicini al centro del potere o che lo gestiscono in qualche modo, si preoccupano di più di custodire lo stato delle cose e salvaguardare le posizioni acquisite, piuttosto che cercare la volontà di Dio per attuarla nella propria vita. I galilei scoprono in Gesù il volto di Dio inedito rispetto a quello loro proposto e sperimentato nel culto ufficiale e nell’interpretazione scolastica della Torah. In Gesù fanno esperienza di Dio che visita non per giudicare e condannare ma per invitare ad una relazione che non si gioca sulle funzioni, ma che si alimenta e cresce nella misura in cui il livello di amicizia e intimità diventa più profondo. Natanaele, pur essendo lontano dal centro cultuale di Gerusalemme, coltiva lo studio della Torah trovando in essa la sua dolcezza e la sua pace (simboleggiato dal fico). Gesù è la Torah, cioè la Parola di Dio; Natanaele, meditando la Parola di Dio, lo cercava con cuore puro, senza doppiezza o per secondi fini. Incontrando Gesù scopre che è Dio stesso che lo cercava e in Lui finalmente si sono trovati. Gesù non è solamente il rabbì, cioè il maestro che insegna chi è Dio, ma è Dio stesso che si fa incontrare per farsi conoscere come Padre che vede e ama i suoi figli prima che essi possano accorgersi della sua cura e rispondergli nella fedeltà.

 

Signore Gesù, tu sei il volto del Padre; chi vede te vede il Padre, chi ascolta te, ascolta Lui. Tu sei la Parola che spiega il Padre; sei colui che apre le pieghe del mistero perché la luce della Verità splenda per chi desidera incontrarti veramente. Tu sei colui attraverso il quale si entra in intimità col Padre e si abitano le sue dimore. Che io trovi più gusto a parlare con Te piuttosto che a parlare di Te, perché possa parlare di te solo dopo aver parlato con te.

 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore.