L’in-canto della preghiera – Feria propria del 22 Dicembre

L’in-canto della preghiera – Feria propria del 22 Dicembre

21 Dicembre 2018 Off Di Pasquale Giordano

L’in-canto della preghiera – Feria propria del 22 Dicembre

1Sam 1,24-28   1Sam 2

+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,46-55)

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente.

 

In quel tempo, Maria disse:

«L’anima mia magnifica il Signore

e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l’umiltà della sua serva.

D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente

e Santo è il suo nome;

di generazione in generazione la sua misericordia

per quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni,

ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati,

ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo,

ricordandosi della sua misericordia,

come aveva detto ai nostri padri,

per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

Il canto è stata la scoperta più bella che l’uomo abbia fatto, ma non di qualcosa che è fuori di lui, ma della sua capacità di comunicare la gioia. Quando riusciamo a condividere con qualcuno quello che abbiamo dentro avvertiamo interiormente un piacevole senso di soddisfazione e di liberazione. Il canto è la forma più bella di libertà perché, aprendo le labbra, offriamo agli altri ciò che nasce da dentro noi stessi. Il canto, superando la banalità dell’apparenza, introduce nella verità più profonda della vita. Maria evangelizza e cantando rivela la verità del suo essere donna, figlia, sposa e madre; la verità non è un concetto che si spiega ma un’esperienza che coinvolge tutto il corpo: è dissetarsi alla sorgente, è trovare riparo nella roccia, è salire la montagna, è seminare nel pianto per raccogliere nella gioia, è guarire dopo essere stati feriti, è risorgere a vita nuova attraversando la morte di quella vecchia. Per ogni tempo c’è il suo canto: nel tempo della prova c’è il canto della supplica, nel tempo del dolore c’è il canto dell’invocazione, nel tempo della ricerca, c’è il canto dello stupore, nel tempo della tristezza e della rabbia c’è il canto della lamentazione, nel tempo della fruttificazione c’è il canto della lode.

 

Maria, cantrice della misericordia divina, hai unito la tua voce a quella dei poveri che gridano fiduciosi invocando l’aiuto di Dio; la tua preghiera in canto, di generazione in generazione, arriva fino al presente. La melodia che intoni interpreta le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce, degli uomini d’oggi, soprattutto dei miseri e di coloro che soffrono. Spesso le nostre emozioni rimangono nel silenzio del cuore senza trovare carne nella parola. Col canto tu ci doni la Parola e con essa la speranza di costruire ponti di comunicazione con il Cielo e sulla terra. Spesso le distanze tra di noi sono rese abissi incolmabili, più di quella che c’è tra il cielo e la terra. Metti nel mio cuore la nostalgia della parola, il desiderio di incontrarci sulla via stretta nella quale si passa solo se si cede il passo a chi viene incontro, solo se si fa spazio a Dio che si fa bambino.

 

Auguro a tutti una serena giornata e vi benedico di cuore!